Transinferno
Data: 11/07/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: UnoSguardonelBuiodellaNotte, Fonte: RaccontiMilu
... con Cassio avevo delle erezioni prodigiose. Potevo restare col cazzo duro per ore in sua presenza. E cercavo di girare sempre nudo o magari indossando una gonnellina da ragazzina senza slip sotto, in modo che vedesse bene quanto mi eccitava. Colto dalla disperazione per l’assenza di attenzioni, quando era a Roma, facevo di tutto per farla eccitare e farmi notare. Pulivo i pavimenti nudo col culo in alto, la faccia quasi schiacciata a terra, così quando passava poteva vedere bene il mio ano slabbrato. Oppure le pulivo adorante le mutande lavandole a mano nel lavandino del bagno mentre lei cagava leggendo qualcosa sul cellulare. Cercavo di convincerla ad andare al centro commerciale assieme, così che potevo troieggiare un po’ con lei. Per esempio chiamandola padrona davanti a tutti mentre eravamo in coda alla cassa del supermercato. Oppure chiedendo ad alta voce se avesse voluto comprare anche a me quei bei tanga femminili nel negozio di intimo. All’inizio le faceva piacere, anche se non più come un tempo, infine le venne a noia. Dormendo insieme cercavo di farle ogni mattina un pompino lungo e completo, ma spesso lei non riusciva a venire e, anzi, a volte mi diventava floscio in bocca oppure non le si alzava più. No, ero sicuro che lei non stesse diventando impotente come me, visto che coi clienti scopava sempre come prima. Anzi meglio, visto che nei primi tempi del nostro rapporto, dava la sua sborra solo a me, adesso invece la dava sempre a loro e a me quasi nulla. Mi ...
... mancava quel sapore acidulo, un po’ dolce, un po’ salato, corposo’ Ah la sborra di Cassio’ Comunque avevo più libertà. A volte facevo marchette a domicilio anche quando c’era lei a Roma. Ormai mi controllava sempre meno e le bastava che tenessi casa pulita e il frigo pieno. Per quello non c’era problema visto che ormai ero diventata una perfetta massaia, sguattera e pure cuoca. Quindi nel tempo libero potevo fare qualche soldo. Ne facevo molti di più quando lei partiva, a volte lavorando a casa anche tutto il giorno. I soldi li misi in un conto corrente intestato a me solo, senza operatività online. I documenti li avevo nascosti bene a casa e sapevo bene che nessuno doveva venire a sapere della sua esistenza. Ci potevo giurare che se Cassio l’avesse scoperto, oltre a darmi un sacco di botte e negarmi il suo cazzo, me li avrebbe anche confiscati tutti. Era aberrante a pensarci eppure non ce l’avevo con lei. L’amavo e avrei accettato ogni sopruso pur di tenermela vicino. Sapevo bene che una come lei non l’avrei mai più trovata in vita mia. Non facevo pompini ai miei clienti, solo qualche volta a quelli di Cassio, e usavo sempre il preservativo. Certo qualche volta si erano rotti e un po’ di paura ce l’avevo. Ero ancora perseguitato da uno spot pubblicitario della mia infanzia, quella celebre dell’HIV con la musichetta inquietante e l’alone violetto che copriva gli infettati. Mi feci delle analisi in ospedale e, per fortuna, risultai negativo. Il rischio, anche se relativo, persisteva ...