1. Sono ancora puttana nei cessi


    Data: 24/06/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: pamyzi1, Fonte: Annunci69

    Arrivammo alla stazione della stazione della metro e
    
    Smontammo sulla banchina, poi salimmo per le scale che portavano al mezzanino superiore. La stazione appariva deserta e silenziosa, nella luce cruda dei neon ci muovevamo rapidi e circospetti come fantasmi.
    
    Marco faceva strada con sicurezza, conosceva bene il posto, il maiale.
    
    Lungo la parete alla nostra destra si apri un lungo corridoio. Un cartello con grafiche scolorite segnalava l'accesso ai bagni della stazione. Piastrelle, un tempo bianche, ora simili nella tinta alle pareti di un obitorio, rivestivano l'ambiente fino a due metri da terra. Una processione di neon polverosi ci guidarono ai cessi degli uomini.
    
    I due grezzi allungarono mani ansiose, facendole correre sulle natiche, pizzicando e tastandomi il seno.
    
    L'interno presentava una fila di orinatoi a parete e gabinetti alle turca sul fronte opposto. Centinaia di graffiti osceni tatuavano le pareti fino all'altezza permessa dalla mano d'uomo. L'arte rupestre di generazioni di grafomani, passati da li a vuotare la vescica, avevano lasciato messaggi volgari e demenziali a sedimento del tempo.
    
    Marco si fermò nell'antibagno, ci fece cenno di proseguire dentro senza lui: entrai seguita dai due uomini.
    
    - Potete farle di tutto. - li istruì deciso - Ma non il culo, intesi? Per quello non avete pagato. –
    
    Si appoggiò al muro e si accese una cicca, con l'occhio rivolto al corridoio, pareva un vero magnaccia al proprio impiego quotidiano.
    
    Il luogo ...
    ... era impregnato di un odore pungente: orina ed escrementi incrostati che ti prendeva alla gola. Pensai a quanto fosse umiliante essere li mezza nuda, a fare la puttana per quei due.
    
    Loro, impazienti di cominciare, andarono per le spicce, il più vecchio aprì le danze: mi slacciò del tutto il vestito, lasciandomi solo con le mie Superga sabbia ai piedi. Con una smorfia volgare di denti ingialliti dal fumo, mi rifilò subito una serie di schiaffi alle natiche: il mio culo era sodo e la cosa gli dava gusto.
    
    Non mi capacitavo: non solo non sentivo ripugnanza, ma avvertivo la sensazione che ben conoscevo quando mi si induceva a compiere cose turpi. Lo stesso olezzo che aleggiava nella stanza aveva nel mio cervello un effetto conturbante, paradossalmente afrodisiaco. Il sesso iniziò a pulsarmi e mi si indurirono i capezzoli in maniera vergognosa.
    
    Loro lo compresero e la cosa li rendeva euforici: stesero il mio vestito a mo' di lenzuolo, sul lercio pavimento e mi fecero mettere carponi, viso a terra.
    
    Il più vecchio mi introdusse, senza delicatezza, due dita o più nella figa, iniziò a pomparle dentro con un movimento brusco: le ritirò lucide delle mie bave e le mostrò al giovane:
    
    - Guarda come sbroda questa puttanella. - disse nel suo italiano incerto e risero sguaiatamente.
    
    - Le cola la fica per la voglia di cazzo. – assentì il più giovane.
    
    - Ora gliene diamo quanto ne vuole. – concluse l'altro.
    
    Pensai che qualcosa di italiano, quei due lo avevano imparato, almeno ...
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