Narciso
Data: 29/05/2021,
Categorie:
Incesti
Autoerotismo
Autore: Mima, Fonte: RaccontiMilu
... compagnia di qualcun altro ed ero certa che quel qualcun altro fosse lei, la me nascosta da troppo tempo. Mi abbracciai, come per afferrare quella sensazione e non lasciarla più sfuggire e quel contatto mosse in me qualcosa che era stato congelato per un periodo sembrato lungo un’eternità. ‘Da quanto tempo non ti prendi cura di te stessa?’ ‘Troppo.’ Le mie mani iniziarono a muoversi da sole e scivolarono sul corpo morbido. Mi abbandonai a quelle sensazioni piacevoli che il loro tocco mi regalava quando scorreva con movimenti circolari sulle braccia, sulla pancia, sulle gambe…come un massaggio rilassante e lento. Sentivo sotto le dita le cicatrici sulla pelle, il passato che non voleva più scomparire dal mio corpo e si faceva vivo ogni giorno trascinandomi nella disperazione. Mi fermai a lungo su quelle cicatrici, come per fare pace con loro, con chi me le aveva procurate, con me stessa per essermene data la colpa. Quella profonda conoscenza che stavo maturando col mio corpo mi portava ad esplorarlo con maggior curiosità, scostando le spalline del vestito e liberando il busto dalla stoffa. Sentivo il vento che accarezzava teneramente la pelle assieme alle mani che diventavano sempre più avide nel toccare, nello scoprire i punti più sensibili del mio essere, mentre si dirigevano verso il seno morbido, dove i capezzoli, a contatto con l’aria fredda, svettavano verso il cielo scuro. Il contatto mi fece gemere e i tocchi diventarono sempre più decisi e desiderati. Non avevo ...
... fretta, volevo che il mio processo di guarigione avvenisse con calma, perché non mi perdessi nemmeno una sensazione, un’emozione, un momento da stampare nella memoria. Mi alzai in piedi e feci scivolare il vestito lungo i fianchi rimanendo in intimo, in mezzo agli alberi. Posai con cura il vestito vicino a me e continuai con la svestizione, rimanendo completamente nuda. Richiusi gli occhi ed in inginocchio assaporai per qualche minuto la bellezza di quella liberazione, con la dolce sensazione dei capelli che, mossi dal vento, mi accarezzavano la schiena. Volevo andare fino in fondo, superare la paura che mi teneva bloccata ormai da anni, dovevo abbattere quel muro che avevo alzato attorno al cuore perché non smettesse di battere. Ricominciai il lento massaggio, soppesando con attenzione i seni e gustando la piacevole sensazione che mi donava quel tocco. Iniziai a scendere, arrivando al ciuffetto di peli scuri che faceva capolino in mezzo alle gambe e dischiusi le labbra diventando sempre più impaziente di andare oltre. Supina, inizia a disegnare dei cerchi sul clitoride, in un crescendo di intensità che mi portò ad iniziare una lenta penetrazione. Quanto mi mancavano quelle sensazioni di piacere, quell’abbandonarsi alle percezioni del tatto senza pensare a cosa sarebbe venuto dopo. Se c’è un momento nella vita nella quale non si pensa al futuro sono certa che sia quello del sesso, quando le sensazioni sono così prorompenti che a nessuno verrebbe in mente di chiedersi ‘e ...