La doppia vita di alberto 2
Data: 22/04/2021,
Categorie:
Trans
Autore: edipo46, Fonte: Annunci69
2.
Ed era stato subito un divampare dei sensi. Due stimati professionisti, borghesi inappuntabili, due novelli Sig Jekill&Mr Hyde, davano libero sfogo alla loro seconda natura ogni settimana, il venerdì pomeriggio, nell’anonima e discreta villetta dell’avv. Bruno M., travestendosi e truccandosi da milfone vogliose e perverse, e lasciandosi andare a inconfessabili ed inenarrabili performances erotico-sessuali.
Era da più di un anno che, ogni venerdì pomeriggio, salvo pochi periodi di sospensione, si ritrovavano qui a vivere qualche ora di intensissima eccitazione e di incontenibile goduria, assumendo non a caso come nomi di letto quelli delle proprie mogli, appunto Clelia e Lalla.
Anche stasera era stato bellissimo. Bruno/Lalla aveva provato una catsuit nera aperta a cavallo, una brasiliana fucsia, con un vestitino corto scuro brillante e tronchetti tacco 10, con parrucca rosso scuro a caschetto, con un rossetto arrapante degno di Cleopatra. E Alberto/Clelia, in guepière anch’essa nera e vistose calze a rete in tinta, con la sua classica capigliatura più fluente e un rossetto tendente al viola, l’aveva subito ghermita tra le sue braccia dando inizio ad un bacio interminabile, appassionato, languido.
E subito dopo si erano allungate sul lettone, strofinandosi con forza cazzi e palle e palpeggiandosi le chiappe con voglia. A Clielia piaceva molto indugiare a succhiare i capezzoli molto pronunciati di Lalla: a furia di farlo erano diventati più grossi e più ...
... lunghi, ora li poteva mordicchiare più insistentemente. Ma, naturalmente, era mettendosi a 69 che i due amanti si compenetravano voracemente, coi cazzi gonfi in gola e con due dita ben infilate nei canali posteriori, in attesa di trangugiare la ricca emulsione delle loro palle.
Con l’andare del tempo avevano perfezionato l’arte della resistenza, trattenendo la sborrata, e dunque subito dopo un rapido assaggio orale si dedicavano ad una sapientissimo gioco di lingua tra le palle e il buco del culo, con una così efficace lubrificazione del condotto che oramai non avevano più bisogno di unguenti per oliare i loro cazzi prima della solenne inculata che reciprocamente si regalavano.
Sensazioni diversificate. Quando immergeva il suo spadone nel culo di Lalla, Clelia provava il godimento tipico del dominio maschile, come se tornasse a risentirsi Alberto. Godeva sicuramente di più quando, inginocchiatosi a pecora, apriva le sue chiappe agli assalti del cazzo ingrifato dell’amico fraterno e lo sentiva affondare nelle sue viscere, con le sue espressioni ansimanti: “Clelia, amore, sei mia!”
Momenti di esaltazione suprema, indimenticabili come quelli di inusitata delizia delle coccole che concludevano ogni amplesso, e delle frasi d’amore che si scambiavano, del tipo: “Lalla, sei la mia troia adorata!”, “Clelia, ti voglio tutta per me!”
Ed erano momenti di autentica verità. I due si amavano intensamente e vivevano la loro seconda sessualità come qualcosa di prezioso da custodire ...