Periodo di prova
Data: 20/04/2021,
Categorie:
Masturbazione
Prime Esperienze
Tabù
Autore: ZiaDaniela, Fonte: xHamster
Nota al racconto:
Mi è costato sacrificio scrivere questo racconto.
Ripercorrere quei momenti della mia vita è sempre doloroso. Ma l'ho voluto scrivere comunque, non tanto per me, quanto per le giovani ragazze (e ragazzi) che, in questi momenti difficili, potrebbero ripercorrere le mie stesse vicende.
L'ho voluto scrivere per loro, per dirgli di non cedere alle facili scorciatoie che loschi figuri potrebbero loro proporre.
La vita è una soltanto. Così come la dignità!!!
Non so di fatto quanto sia erotico, e di conseguenza apprezzato, questo racconto.
Ma tant'è....
Zia Daniela è sempre Zia Daniela.....
“Le posso portare qualcosa? Un caffè?...”
Lo osservo un po' inebetita. E' un bel ragazzo, elegante, intelligente e laureato eppure è lì in piedi come uno scemo in attesa di miei ordini.
No, non potrebbe essere mio figlio e neanche mio nipote anche se, uno strano istinto materno, mi porta a guardarlo con severità. Nella sua apparente gentile domanda scorgo una nota insopportabile di piaggeria. Potrei chiedergli qualsiasi cosa e, probabilmente, acconsentirebbe con entusiasmo. Sento in lui il desiderio di entrare nelle “grazie” delle persone che possono decidere del suo futuro.
Teresa, la collega più “sfacciata” (per non dire di peggio!!!), va raccontando che spesso gli chiede di massaggiargli la cervicale e che, addirittura, una volta si sia fatta anche fatta massaggiare i piedi. Dice che sia molto bravo, dolce e disponibile.
Ma Teresa è ...
... un'esagerata e ormai più nessuno le crede (anche se, in più di un'occasione, è stata colta con le “mani in pasta”. La “pasta” del direttore, per l'esattezza!!!).
Ho un moto interno di tristezza.
Vorrei dirgli in faccia, urlandoglielo magari, di riprendersi la sua dignità, di contare sulle sue capacità e di non aver paura del futuro.
Ma come posso farlo? Il presente lo ha relegato al ruolo di stagista, non remunerato, con la massima ambizione, forse, di ottenere un contratto temporaneo.
Rivivo in un istante tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare per affermarmi nel lavoro: i piccoli soprusi subiti, le gelosie delle colleghe, i ricatti. Il tutto, ovviamente, amplificato dalla mia condizione di donna.
Non dovevi essere soltanto più brava, più efficiente, più determinata. Non bastava.
Penso a tanti anni fa...
Fu subito chiaro, il primo giorno di lavoro. Il datore di lavoro fu chiarissimo.
Non solo voleva che i suoi dipendenti fossero estremamente puntuali, diligenti, professionali e disponibili a non “guardare l'orologio”.
No, non bastava.
Nel caso tu fossi una donna saresti dovuta anche essere vestita elegantemente, con gusto e, perché no, anche con un po' di malizia che a lui piaceva tanto.
E me lo disse così, come fosse la cosa più naturale del mondo!!!
“Domani la voglio vedere vestita da donna. Non questi abiti scuri. La giacca e i pantaloni li lasci agli uomini. Voi donne avete le gambe....ah ah ah....Voglio essere circondato da belle ...