La zia Franca (un racconto di mio cugino Piero)
Data: 03/04/2021,
Categorie:
Anale
Maturo
Prime Esperienze
Autore: luisa88, Fonte: xHamster
Non potevo credere a ciò che stavo vivendo, una situazione presente da anni solo nelle mie più remote e inarrivabili fantasie erotiche: la Zia Franca, (zia così la chiamavo io, come Giulio chiamava zia mia mamma) era la mamma del mio miglior amico, mi aveva chiesto un’imbarazzante cortesia.
Quel pomeriggio, avevo da poco compiuto vent’anni, ero andato a cercare a casa Giulio, come spesso facevo, il mio amico d’infanzia. Mi aveva aperto la zia, una bella donna castana di 47 anni, molto dolce e spiritosa. Non era raro, infatti, che la zia mi rispondesse al telefono quando Giulio non c’era e quasi sempre mi tratteneva (a volte per quasi un’ora) chiacchierando del più e del meno con quel suo tono di voce da allegra. Cosa, tra l’altro, che mi riusciva gradevolissima, tanto più crescendo avevamo raggiunto un certo rapporto di confidenza, tale che la zia mi confidava anche problemi personali, di famiglia o riguardanti addirittura la sua vita di coppia. In fondo, mi aveva visto crescere assieme al figlio (abitavamo da sempre nello stesso palazzo), si andava in spiaggia insieme molte volte, conosceva di me molto più di quanto lasciasse intendere. Potete immaginare bene come la sua presenza avesse cominciato a popolare fin dagli albori della mia adolescenza molte fra le mie fantasie erotiche. Quante volte da bambino l’ho vista girare per casa in mutandine e reggiseno. Addirittura più di una volta solo in casa mi ero masturbato durante una telefonata con lei, arrivando a venire ...
... senza farmi accorgere di nulla! Franca, come mi chiedeva sempre di chiamarla, cosa che puntualmente non riuscivo a fare data la mia timidezza – mi aprì sorpresa, dandomi l’impressione di averla interrotta in un brutto momento. Ad ogni modo mi salutò con la solita affettuosità, mi disse che Giulio era col padre ed avendo provato a chiamarmi per avvisarmi , non aveva trovato nessuno in casa mia, era andato da una zia fuori città e che molto probabilmente si sarebbero fermati lì fino a tarda sera.
Io, avvertendo un certo suo disagio lì sulla porta, le risposi che mi dispiaceva averla disturbata.
La salutai, e me ne andai. Ero già tornato in strada per andare in Croce, per non tornare a casa. Arrabbiato perché pensavo che Giulio mi avvisasse sapendo che ci saremmo visti nel pomeriggio. Noi dopo la morte del nonno avvenuta due anni fa, ci siamo trasferiti fuori città, stavo salendo sul motorino quando lei, affacciatasi alla finestra del primo piano, mi chiese se per favore potevo risalire. Aprendomi nuovamente la porta di casa mi invitò ad entrare e ad accomodarmi in cucina, e vidi che aveva l’indice della mano destra fasciato, mentre lei doveva perdere un attimo a sistemare non so che in bagno. Al suo ritorno chiesi cosa le era successo, mi disse che si era tagliata pulendo la verdura e che accompagnata al pronto soccorso le avevano dato due punti. Entrato mi accorsi di un certo odore nell’aria, come stesse facendo del bucato con sapone, mai potevo sospettare di cosa si ...