Le ossessioni
Data: 06/03/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Hélène Pérez Houllier, Fonte: EroticiRacconti
... poteva averle mai riposte; mentre dal piano di sotto già provenivano le urla e gli improperi di sua madre. Sentiva che il peggio stava già per accadere.
“Bianca!”, rimbombò quella voce fuori dalla porta. E poi, senza nemmeno il tempo per pensare: “stupida idiota!”.
Nel corridoio vi era una specie di basso ripostiglio a forma di lungo sedile, ricoperto di vimini con un cuscino nel mezzo.
Benoît salì su al piano di sopra seguito da Hélène, che si era affaticata non poco e che adesso arrancava mestamente, tenendo il capo chino; la situazione si era fatta pesante.
“Mancano trenta minuti e faremo tardi stupida!”, disse la madre a Bianca, fissandola in modo estremamente adirato; “…ma a me non interessa niente: adesso tu prendi le botte!”.
La signora Houllier fece posto a Benoît spostandosi di lato, mentre Hélène ora taceva in un angolo nei pressi delle scale, tenendo sempre il capo abbassato per non guardare.
Il suo uomo si avvicinò a Bianca mentre quella arretrava con aria inebetita; egli brandiva nella mano le chiavi ritrovate all’interno della sua piccola giacca a vento gialla; l’afferrò per un braccio mostrandogliele, senza aggiungere nulla. La figliastra vide quelle chiavi, e con terrore fece cenno di no.
Benoît continuando a tenerla per un braccio, la trascinò nei pressi del piccolo sedile ricoperto di vimini, solamente un breve passetto più avanti; le tirò quel braccio con forza.
Quando l’incauta figliastra fu strattonata, involontariamente ...
... allungò le mani affondandole nel cuscino, rivolgendo così fatalmente il dorso del vestito all’uomo di sua madre; la signora Dominique era in piedi di fronte e fissava l’orologio, mentre Hélène taceva di lato respirando a fatica, impaurita.
“Dagliele di santa ragione! Deve imparare …ma a suon di ceffoni, deve imparare… stupida e cretina!”.
In quella situazione chiara e limpida, Benoît scelse la forma più dura e severa per disciplinarla: l’avrebbe punita come si fa con le bambine; con una mano le bloccò la schiena, mentre con l’altra le sollevò il vestitino bianco per non rovinarlo, ribaltandole la gonna e scoprendole pertanto le mutande che erano anch’esse di colore bianco, morbide e delicate.
“Giù quelle mutande …voglio vederla piangere!”.
La povera Bianca comprese fino in fondo ciò che stava per accaderle, solamente nell’istante in cui avvertì la mano di Benoît tenderle l’elastico delle mutandine; poi fu scoperta, senza protezione, con tantissima vergogna. L’elastico le cingeva le cosce mentre lei per la prima volta esibiva il proprio sedere tutto nudo, bianco e pallido, dinanzi all’uomo di sua madre: era già pronta per la fine più rovinosa.
Benoît aprì il braccio e tese la mano; Hélène lo guardava mentre Bianca era interamente esposta al cospetto di lui.
“Ti meriti queste” esclamò con grande decisione, e le sferrò una sculacciata forte e decisa che la fece subito sobbalzare; “…e adesso questa!”, ribatté smanacciandola sul gluteo destro. Poi, subito un terzo ...