Tono d’addio
Data: 23/01/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... perché sono io. A me ha dato la chiave d’accesso alla cassaforte, in quanto sono io il maschio che spalancherà ancora una volta quelle cosce, assaggerà il capriccio circostanziato d’ispezionare e di squadrare dispendiosi e ricercati slip, come si fa di fronte a un quadro d’un affermato e grande artista. Lei però è abituata a fare così, o forse semplicemente vuole eccitarmi fomentandomi ancora di più, giocando opportunamente con i veli come una danzatrice del ventre in un harem d’affamati individui. Sopra la minigonna lei indossa una maglietta bianca con la scritta ‘Help’, io sorrido veramente soddisfatto, assaporando la dolcezza della fase preparatoria all’amplesso, quando l’erezione diventa sempre più marcata, giacché a questo punto è vistosamente inarrestabile. Gli occhiali da sole che lei indossa m’offuscano lo sguardo d’animale feroce, perché precisamente con quelli lei m’ha caparbiamente accalappiato e splendidamente sedotto quando l’ho conosciuta alla serata letteraria del mio amico scrittore, tenuto conto da allora sono passati nove mesi.
Attualmente fa un caldo veramente esagerato, a lei piace tutto di me, ogni piccola variazione non toglie niente alla sostanza, ci abbracciamo come due fidanzatini, io la stringo a me spingendo le pelvi contro il suo bacino, sono eccitato, si nota e lei lo capta chiaramente. Stretti l’uno all’altra ci avviciniamo alla mia macchina rimasta nel frattempo a cuocersi al sole di luglio, ci accomodiamo sui sedili anteriori, io ...
... abbasso i finestrini, poiché ho parcheggiato in una zona d’ombra a ridosso d’un grosso pino. I rami dell’albero si muovono spinti da una leggera brezza che penetra all’interno dell’abitacolo donando così un po’ di rinfresco. Niente motore, niente aria condizionata, nessun conforto, cosicché io mi tolgo la giacca e rimango in camicia, ho le gambe leggermente divaricate per assecondare il mio cazzo in un movimento crescente, dal momento che pure lui chiede reclamando lo spazio vitale, come dargli torto d’altronde. Entrambi ci baciamo subito, deliziosamente, non una parola sulla giornata trascorsa. Lavoro? Quale? Casa? Affetti? Famiglia? Bambini? No, niente di tutto ciò, visto che quelle labbra calde si mischiano senz’attriti, le lingue scivolano, gli occhi chiusi e i sospiri diventano sempre più intensi. Io avrei voglia di comunicare, più che altro di domandare, però sono troppo distratto, troppo catturato da quel vortice di passione che m’annebbia la vista, perché rinvia e sospende il reale, mi riempie di un’energia potente, concreta, fisica e materiale. Con la mano palpeggio il suo corpo, i seni sono avvolti in un reggiseno di tessuto leggero e glielo sfilo, i capezzoli intanto fuoriescono come dei chiodi appuntiti.
Lei intanto ha iniziato a sollevare la gonna, con la mano s’accarezza le cosce, perché togliere la maglietta è questione d’un attimo. Che importanza può avere il tempo? A seno nudo mi sento come un affamato davanti a un ricco buffet, per il fatto che non ...