1. Una donna violenta


    Data: 16/12/2020, Categorie: Anale Hardcore, Sesso di Gruppo Autore: antonio-fusco, Fonte: xHamster

    ... gente era in delirio e le scommesse fioccavano, adesso erano tutti accalcati intorno al ring... aspettavano inferociti il finale di quella lotta: temetti il peggio, perché ormai era chiaro che il peggio non era ancora arrivato.
    
    Gli spettatori intonarono una specie di coretto... ma capii che si trattava della ripetizione, ipnotica, di una parola sola.
    
    In cuor mio sperai che non volesse dire: uccidila!
    
    Infatti, non era così, lo capii un attimo dopo, in realtà significava: seno.
    
    Mentre mi preoccupavo di capire, la russa mi scavalcò rispedendomi sul pavimento da cui, faticosamente, mi ero appena rialzata.
    
    Si sedette, nuda, sul mio culo; sentii il fastidioso contatto della sua zona pelvica, indecentemente calda. La russa mi tirò su per i capelli, costringendomi a inarcare il busto, allora infilò le mani sotto il mio reggipetto nero e, esagerando i gesti per eccitare quel gruppo di scalmanati, mi impastò i seni con le mani. Non sentii veramente dolore ma maltrattò le mie povere “bocce” senza alcun rispetto, rimescolando con le grosse mani le mie tette e tirandomi per i capezzoli, spessi e carnosi.
    
    Un vuoto allo stomaco si impadronì di me, mentre una calda corrente di piacere, del tutto irrazionale, mi invitava a cederle.
    
    Non sapevo cosa mi avesse preso, adesso. Mi resi conto che, dentro di me, tutto ribolliva, cambiando completamente la mia ottica riguardo quella incresciosa vicenda.
    
    Quando la mia avversaria iniziò a strapparmi il reggipetto e lasciò ...
    ... trasbordare i miei seni perfetti e nudi; quando vidi quelle facce
    
    eccitate e volgari che mi guardavano piene di libidine, invece di provare fastidio, mi riempii di orgoglio.
    
    E godetti del fatto che la donna, in quel momento, fosse la mia padrona e che mi mostrasse a tutti, con studiata lentezza, come se i miei seni fossero “roba sua”.
    
    Mi cinse con il grosso braccio sotto le poppe, in modo che entrambe fossero proiettate prepotentemente in avanti, rigonfiandosi più che mai.
    
    Uomini e donne erano eccitati e allegri, allo stesso tempo, e una specie di grido trionfale accolse l’esposizione forzata del mio corpo nudo.
    
    Ormai non ero più padrona di me, la russa mi teneva per i capelli e mi aveva vinta. Era ovvio!
    
    Ciò che mi poneva completamente in sua balia, non era la forza né il dolore, era il piacere che stavo provando nel sentirmi stretta a lei. Mi vergognai di quella nuova e sconosciuta sensazione. La mia padrona mi aveva domata.
    
    Incurante del fatto che fossi più bella, che i miei seni fossero più torniti e femminili, si vedeva che lei non provava alcuna gelosia femminile nei miei confronti, anzi, godeva a mostrare il “suo” personale trofeo e il potere che ora poteva esercitare sul mio corpo.
    
    A quel punto eravamo intimissime: la sua vagina era calda e presente mentre sedeva, a cosce aperte, sul mio culo.
    
    Isuoi seni, tronfi e sodi, mi pressavano la schiena ogni volta che lei mi sollevava per mettere, ancora una volta “in vetrina” i miei.
    
    Mi dava in pasto a ...
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