1. Una donna violenta


    Data: 16/12/2020, Categorie: Anale Hardcore, Sesso di Gruppo Autore: antonio-fusco, Fonte: xHamster

    ... corpo. Avevo sete di lei, ma lei non arrivava. Mi chiesi cosa potessi fare nell’attesa, ma non mi venne in mente altro che rimanere lì immobile a fissare la pioggia che scorreva sui vetri in piccoli ruscelli. Sapevo che quando avesse bussato alla porta l’avrei fatta entrare e trovandola tutta bagnata avrei insistito perché si spogliasse subito, per non ammalarsi al contatto coi vestiti fradici. L’avrei avvolta in un grande asciugamano colorato affinché la sua pelle divenisse al più presto asciutta, per poi bagnarla nuovamente con la mia lingua. Immaginando tutto questo il mio desiderio di lei aumentò a dismisura. Sospirai a fondo e cercai di portare il mio pensiero altrove per non tormentarmi inutilmente. Ma non ci riuscii e tornai a pensare a lei. Gianna aveva due piccoli seni, teneri e appuntiti. Amavo toccarli, stavano perfettamente nei palmi delle mie mani. Non avrei potuto sperare di toccare seni migliori dei suoi. Nel momento in cui fosse arrivata l’avrei probabilmente assalita, tanto era forte ormai il mio desiderio. Dopo averla costretta ad estrarre i seni da sotto gli abiti bagnati, li avrei aggrediti con la mia bocca calda e vorace, per leccarli e tormentarne i capezzoli con la punta della lingua, finché lei esausta mi avrebbe pregato di smettere. La mia eccitazione aumentava sempre più immaginando tutte queste delizie, ma Gianna non arrivava. E io attendevo il suo corpo liscio e slanciato, per trascinarlo nel dolce baratro dell’estasi. Le sue cosce avrebbero ...
    ... tremato sotto l’effetto dei miei morsi a****li. Il suo ventre avrebbe gioito alle indiscrete ispezioni della mia lingua serpentina. Tremavo ormai dal bisogno di Gianna, che continuava a non arrivare. I miei sguardi sulla porta silenziosa erano ormai l’eterna ripetizione del medesimo fotogramma vuoto, riempito dal mio solo desiderio di lei. Non potei più res****re, mi slacciai i pantaloni e con un sospiro quasi di sollievo infilai la mano dentro le mie mutande. Le mie dita vennero a contatto con la pelle umida delle labbra sotto la folta peluria. Iniziai a toccarmi per sedare la mia eccitazione, quasi sperando che Gianna arrivasse trovandomi in quella situazione, ideale preludio alle pratiche sessuali più sfrenate. Ma lei non arrivò e io continuai con me stessa. Dopo aver strofinato le dita a lungo mi decisi a farle entrare e uscire velocemente per alcune volte, ma il mio livello di eccitazione era talmente alto che venni nel giro di un paio di minuti. Ciò che da me avevo ottenuto non mi bastò, così continuai ad infliggermi quel piacere che, se dapprincipio rappresentava un semplice ripiego, ora stava diventando l’unico piacere possibile. Ma dopo il quinto orgasmo tornai a pensare a Gianna. Andai ancora una volta alla finestra a guardare la pioggia. Di lei ancora nessuna traccia. Forse non sarebbe mai arrivata, ma io avrei continuato imperterrita ad aspettarla, desiderando ardentemente il suo corpo, sedando di tanto in tanto il dolore dell’attesa con il piacere della mia mano, ...
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