1. Le mie cugine…e non solo – Capitolo 1


    Data: 05/10/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Incesti Autore: severo24, Fonte: RaccontiMilu

    ... loro non è assolutamente permessa e in caso di trasgressione la punizione è molto severa.
    
    Circa 20 minuti dopo che mi fui messo comodo sentii che chiuse il rubinetto e in pochi secondi uscì dal bagno per tornare in camera a vestirsi. La visione del suo corpo con solo il salviettone addosso con le goccioline d’acqua che cadendo dai capelli scivolavano lungo le spalle fino all’incavo del seno era celestiale, sensuale a tal punto da farmi mancare il fiato per alcuni istanti. Ci mise un po’ ad accorgersi della mia presenza e questo mi diede il tempo di riprendere fiato. Appena mi vide si spaventò, caccio un urlo, mollò la salvietta che non più sorretta scivolò sulle sue curve fino a finire a terra. Paonazza in volto cercò di coprirsi come meglio poteva, ma il risultato fu quello di rendersi ancora più appariscente ed eccitante. Quando lo shock iniziale passò vide immediatamente il ghigno soddisfatto che avevo stampato in volto e subito i suoi occhi si spostarono sulla mia erezione ormai pienamente visibile anche attraverso i pantaloni.
    
    Vedermi in quello stato, se possibile, la fece diventare ancora più rossa di quanto fosse prima. Infine, i suoi occhi si posarono di nuovo sul cellulare che tenevo in mano. Ci mise pochi secondi a unire i puntini e appena lo capì scattò violentemente verso di me. Iniziò a colpirmi urlandomi contro frasi come: “Stronzo cosa hai fatto?”.
    
    La “partita” per lei fu breve. Fisicamente la sovrastavo e riuscii presto a neutralizzarla. Le bloccai le ...
    ... braccia dietro la schiena, la coricai sulle mie ginocchia in modo che il culo fosse ben esposto e iniziai a colpirla con il retro della spazzola che poco prima avevo trovato sul suo comodino. Non appena il primo colpo raggiunse la sua chiappa destra E. iniziò a dimenarsi, a singhiozzare, intimandomi di smettere immediatamente altrimenti l’avrei pagata. Ovviamente non mi fermai, anzi continuai con maggiore vigore finché la sua volontà di resistermi scemò e contemporaneamente smise di dimenarsi. Ormai aveva la forza solo per piangere e il suo culo era bordeaux. La adagiai, allora, a terra e attesi qualche minuto che si riprendesse.
    
    Ritrovate le forze si portò le mani alle chiappe e lentamente iniziò a massaggiarsele per cercare di lenire il dolore che si irradiava in tutto il corpo, alla fine il dolore si affievolì a sufficienza da permetterle di guardarmi e di concentrarsi a sufficienza per potermi ascoltare. Quando la sua attenzione fu su di me iniziai il mio discorso:
    
    -G: “Che cosa stai facendo troia?! Ti ribelli al tuo Padrone?! Devi portare rispetto!”
    
    -E: “Tu il mio Padrone? Ma cosa ti sei fumato?…Io non sono schiava di nessuno!”
    
    -G: “Questo può essere ciò che credi, ma presto ti renderai conto che è proprio come dico io. E lo farai appena vedrai ciò che ho qui!”
    
    Mano a mano che il dolore e l’umiliazione delle sculacciate si riducevano riuscì a riacquistare la sua usuale sicurezza e spavalderia.
    
    -E: “E cosa avresti? Sentiamo?”
    
    Le tirai uno schiaffo in ...
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