Vendetta – Vecchi racconti di ErosItalia
Data: 05/08/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Vecchi Racconti, Fonte: RaccontiMilu
A quell’epoca, vivevo da tre anni con Antonio. Un giorno ho scoperto che mi tradiva in continuazione e dato che viveva a casa mia, l’ho buttato fuori. Ho preso tutta la sua roba, l’ho messa sul pianerottolo e ho fatto cambiare la serratura. Ha cercato di scusarsi, ma non ho voluto ascoltarlo. All’inizio, ho pianto, poi la rabbia ha preso il sopravvento. Mi sono detta: “Se è così, lo tradisco anch’io, col primo che capita. ” Sono scesa in un caffè sotto casa mia, che sta aperto fino alle due di notte. Doveva essere circa l’una. Di solito, avevo paura ad andarci, perché è frequentato da tipi un po’ loschi. Ma nello stato di rabbia in cui ero, non me ne fregava niente. Ho ordinato un bicchiere di whisky per darmi forza. Poi un altro ancora e non essendo abituata a bere, mi sono sbronzata subito completamente. Un ragazzo biondo, né bello né brutto con un paio di jeans scoloriti e un vecchio giubbotto da aviatore, mi guardava da un po’ . È venuto al mio tavolo. “Non beva così tanto” mi ha detto con voce dolcissima “la farà star male”. Sembrava molto gentile, per niente il tipo che mi aspettavo di raccattare. In fondo, era meglio così, perché nonostante l’annebbiamento dell’alcol, mi rendevo vagamente conto che potevo capitare su uno stronzo, che mi avrebbe data ai suoi amici o mi avrebbe fatto subire delle torture. Mi ha chiesto, sempre molto carino ed educato, se avevo bisogno di parlare. Ho risposto di sì e gli ho raccontato tutta la storia. Alle due, il bar ha chiuso. Quando ...
... ho cercato di alzarmi, mi sono resa conto che stavo in piedi a malapena. Mi ha detto, sempre molto carinamente: “Non può tornare a casa da sola, la accompagno” “Ma no…Abito qui sopra” Ha insistito, allora ho ceduto. Mi teneva per un ascella. Le sue dita mi palpavano ogni tanto un seno, ma sbronza com’ero, mi dicevo che era per tenermi più saldamente. Arrivati a casa mia, mi sono precipitata in camera crollando sul letto, senza neanche chiudere la porta. Giovanni mi ha seguito. Si è seduto sul bordo del letto. Lo sentivo respirare forte. Mi ha tirato su il golf. Delle dite nervose mi hanno tirato fuori un seno dalla coppa del reggiseno. Ha titillato il capezzolo e non so se per l’alcool o per rabbia, ma mi sono sentita invadere dal desiderio. Mi sono tirata su. Le nostre lingue si sono confuse. Ero percorsa da lunghi brividi. Inconsciamente, stringevo le cosce che cominciavano a surriscaldarsi. Ha sussurrato: “Togliti tutta ‘sta roba” Mi sono spogliata goffamente. L’ha fatto anche lui. Ci siamo ritrovati nudi tutti e due. Mi ha fatto cadere sul letto, sfregandomi nervosamente il membro duro sulla vulva. Siamo rimasti un po’ a strusciarci uno contro l’altra, con dei gridolini, dei sospiri e dei gemiti. La cosa più strana era che ero ancora arrabbiata, ma la rabbia si stava trasformando in desiderio. Bollivo dalla testa ai piedi. Mi ha messo il sesso nel bel mezzo della fessura, in modo da masturbarmi, masturbandosi anche lui. Abbiamo continuato a strusciarci. Si era rizzato sui ...