Ricordo di un’estate
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: dolcemaliziosa89, Fonte: RaccontiMilu
... petto a strusciare i miei seni gonfi, la sua pancia a tratti aderente al mio ventre piatto, il mio rado ciuffetto sul Monte di Venere a unirsi ai suoi morbidi. E intanto gli misi anche le braccia al collo per non perdere alcuna vibrazione più intima del suo essere a contatto col mio, immerso nel mio. Una sola cosa, davvero. Ero finalmente tutt’una col mio Amore: “Gabriele ti appartengo” riuscii a dirgli con la voce soffocata somigliante a un ennesimo sospiro. “Sei bellissima” mi rispose di rimando con voce a propria volta affannata. Aumentò il ritmo dominandomi. Io chiusi gli occhi gemendo continuamente per il piacere inaudito. Mi guardava rimirandomi con aria estatica, concentrata, mista a una sfumatura di preoccupazione per me. A tratti rallentava uscendo quasi del tutto da me, tranne che per la sua grossa punta che mi spalancava le labbra vestibolari. Vedevo ogni suo muscolo teso, ogni suo senso concentrato su me di me, su Virginia che ora era donna a tutti gli effetti pensai con commozione, e su ciò che stavamo facendo. I miei sospiri erratici venivano interrotti a mezzo dai suoi baci profondi e intensi. Come mi volesse bere l’anima, pensai. M’inserì poi due dita in bocca, le stesse che mi avevano penetrata. Le leccai con avidità mentre le bagnavo dei miei sospiri e della mia saliva che lui a sua volta leccò portandosi quelle falangi alla bocca. Mi piaceva così tanto quell’andirivieni dolce e potente! “Ti prego, continua, lo voglio così sììì” feci appena in tempo a ...
... gridare prima che, avvinghiata a lui con la schiena inarcata, fui travolta da un orgasmo potente, il più forte mai sperimentato. Il mio sesso sconvolto dalle pulsazioni mi fece contorcere impetuosamente su quel letto che era divenuto l’ultimo rifugio di me ragazza e il mio primo da donna. Gli infilai le unghie, che fortunatamente tenevo accorciate, nella carne della schiena scansando la sua bocca perché ero avida di ossigeno dopo un piacere così squassante e totale. Percepivo le pulsazioni irradiarsi dal mio sesso, scuotere il ventre e il bacino prima di ascendere su scala elicoidale al cervello e permeandomi tutta in un terremoto senza fine.
Dopo quel primo orgasmo, le paure svanirono. C’eravamo solo io e lui, dislocati in una dimensione dal tempo assente, interamente fondata sull’assorbimento di ogni dettaglio, di qualsiasi percezione che avrei voluto ritenere per sempre. Rimase dentro di me proseguendo con le spinte mentre i reciproci sguardi si tuffavano l’uno nell’altro incrociandosi come sospesi. Capii che Gabriele era assolutamente in grado di ritardare il suo orgasmo così da donarmi altro piacere. Sapevo sarebbe cominciata per me una fantastica dipendenza. All’improvviso uscì da me. Mi alzai in piedi lentamente un po’indolenzita, i muscoli ancora contratti. Ci abbracciammo dinanzi allo specchio estasiati ed emozionati per ciò che avevamo appena fatto. Trattenni ogni fotogramma di quell’estetica esaltata di corpi e anima. Il suo pene lucido di me ancora affamato di me ...