Ricordo di un’estate
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: dolcemaliziosa89, Fonte: RaccontiMilu
... giro per secoli”.-“Meglio non avere rimpianti in questo caso” tagliai corto con un sospiro complice. “A te, Deb, non manca il tuo ragazzo?”-“Veramente non troppo. So stare bene con me stessa”.-“Ma una ragazza come te non è corteggiatissima ovunque?”-“Sì lo ammetto e a volte è solo un fastidio, proprio per questo mi trovo bene qui con voi dove tutto è tranquillo” e gli scompigliai i capelli castani in segno di fraterno affetto. In un’altra occasione, durante una di queste passeggiate, la conversazione si fece più audace. Gabriele mi chiese direttamente come fosse fare l’amore e quando mi fossi concessa la prima volta. Mi confidò di avere solo baciato e fatto petting con alcune ragazze al mare o al campo estivo. Ridacchiai io stessa imbarazzata dall’avanzata imprevista di quella intimità.
Quelle innocenti confidenze nulla avevano a che fare con quello che accadde quella calda domenica di inizio luglio, quasi sette anni fa. Gabriele era uscito per un giro in bici, io mi ero andata a riposare sul’amaca all’ombra e mi dipingevo le unghie dei piedini di smalto trasparente. Decisi quindi di fare anche io un giretto rigenerante in mezzo alla natura. Mi inoltrai quindi tra i prati appena falciati inebriandomi di quel profumo di fieno e lievemente stordendomi anche per il caldo che saliva da quei campi riarsi. Quei calori mi avvolgevano come carezze precorritrici di un possesso estatico intriso di una lussuriosa pulsione. Trovavo tutto molto sensuale tanto che percepivo il mio ...
... corpo vibrare e il mio intimo che si stava bagnando copiosamente aderendo al mio sesso in un tutt’uno eccitante. Indossavo un abito color pervinca molto leggero che arrivava a metà coscia. Quel giorno, forse per la calura eccessiva, non indossavo il reggiseno tanto che i capezzoli premevano contro il vestito per effetto di alcuni refoli di aria più fresca che talora si alzavano stuzzicandoli. Il vestito non era troppo aderente, ma morbido, per cui non sarebbe comunque stato possibile scorgerli se non appuntando attenzione smodata. Lo ammetto: ero molto eccitata e mi sentivo accaldata: non avevo rapporti da settimane e da ancor più tempo non mi ero sfiorata. Il contatto delle gambe con degli arbusti o ramoscelli , o persino steli d’erba lunghi, era sufficiente per riscuotere in me la sensualità più ferina e imprevista. Avrei voluto spogliarmi e magari donarmi un orgasmo, lì in quel fitto bosco dove ero ormai giunta: il passaggio dal caldo al fresco garantito dalla coltre frondosa aveva decisamente acuito in me il bisogno impellente di toccarmi: ormai stava diventano martellante, anche se per ora il cervello e la razionalità sbarravano la strada alla perdizione avventata. Ma proprio mentre ero sballottata da tali pensieri dissoluti, incerta se realizzarli sul momento o etichettarli come follia temporanea da dominare e soffocare, fui distratta dalla visione della bicicletta di Gabriele stesa a terra sotto un albero di noci. Preoccupata, potesse essergli successo qualcosa, iniziai a ...