Ricordo di un’estate
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: dolcemaliziosa89, Fonte: RaccontiMilu
... fredda doveva sconvolgerla di brividi e scosse in cortocircuito con quelli trasmessi dal suo frutto inguinale. Si sdraiò dinanzi allo specchio, rotolandosi sul parquet e sorridendo perversa. Ancora un po’di succhi fuoriuscivano dalla sua fessura: dopo esserseli raccolti, li mise sullo specchio suggendoli avidamente. Poi, schiava delle pulsioni, si mise il dildo tra i seni sodi, da diciottenne così fresca e formosa. Poi, stringendo l’asta tra i globi, ne leccava la punta, sorridendo peccaminosa. Inaspettatamente, incollò quell’oggetto allo specchio mettendosi a carponi, non prima di avere fatto scorrere quel glande artificiale sulla sua vagina ancora aperta e deformata, persino sul suo buchino ancora inviolato.
Il dildo prese a penzolare nel vuoto. Sembrava puntare a lei, Virginia che, come chiamata da un comando inesorabile, avvicinò il suo ingresso a quel glande minaccioso. Si solleticò ancora la vulva con la punta maestosa. Attese, quasi indecisa. Poi, spalancandosi, lo spinse sempre più dentro ingoiando centimetri di asta. Scorreva lentamente ma inesorabilmente il giocattolo licenzioso dentro lo splendido corpo elastico e sodo. Non poteva far altro che continuare a introdurre centimetri, contro cui aderivano le labbra della patatina e poi le pareti grondanti.
Potevo vedere tutto da vicino e filmare ora lei, ora il riflesso allo specchio. Ero estasiata da quanto stava accadendo. Un lungo gemito di piacere accompagnava tutta quella penetrazione. La fica di Virginia si ...
... abituò e il corpo iniziò a saltellare sul fallo ciondolando scandaloso ove la pressione generava le sensazioni più indescrivibili: i seni prorompenti balzellavano anch’essi, malgrado la loro inconsistenza soda, per l’intensità delle spinte che Virginia s’imprimeva ammaliata dall’incanto carnale che si concedeva. A volte il dildo usciva del tutto dalla sua guaina di carne, scintillando di umori. Il mugugno deluso della mia amica precedeva l’immediato tentativo di rimetterselo dentro rimbalzando ancora e ancora provocando apocalissi dentro al suo grembo. Poi prese a titillarsi il clitoride per massimizzare il piacere. Riprendevo le dita fradice che danzavano come falangi rapaci di pianista provetto. Il rumore prodotto dal dildo sulla carne inzuppata era vieppiù eccitante.
La inquadrai in un primo piano del volto. Il bel viso da bambina che si trasformava in donna arrossato per l’eccitazione, gli occhi chiusi o semichiusi, la bocca aperta a lasciarmi intravvedere la lingua e la dentatura perfetta, costituita da piccole perle d’avorio regolare. I capelli sballottati ovunque a formare onde in tempesta che solo il fiato prodotto dai gemiti cocenti riusciva a spostare. Era divino vedere le labbra affannate, annaffiate e striate del suo stesso miele, che si schiudevano e richiudevano ritmicamente concordi alla sinfonia delle penetrazioni effondendo urletti in concomitanza coi picchi di godimento. La sensualità eccedeva quando il dildo toccava ancora più a fondo all’interno delle ...