Ricordo di un’estate
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: dolcemaliziosa89, Fonte: RaccontiMilu
... sfinimento di piaceri. Riflettevo tra me che probabilmente mi trovavo in presenza di una situazione limite tra gusto nell’auto-umiliazione e trionfante affermazione della propria vitalità e spudoratezza. Era un rito bacchico, peccaminoso, proibito, ma non meno ammaliante: quella ragazza illanguidita completamente aperta e instancabile nell’appellarsi alle proprie fonti di piacere, stava davvero sfiorando l’assoluto nella droga degli orgasmi che le ottenebravano mente e corpo. Una serie di scosse quasi spaventose la annichilì, tanto che Virginia si accasciò lateralmente come un angelo decaduto, il vibratore ormai spento ancora inserito, le membra esauste per la tensione, il clitoride sensibilissimo fino a farle male, stando a quanto mi avrebbe in seguito raccontato. Erano già trascorse quasi due ore di sollazzi lascivi. L’odore di sesso femminile che ormai pervadeva il pur ampio salotto, mi procurava uno scombussolamento privo di nome, trasformatosi in una tensione bollente localizzata al basso ventri. Spensi la registrazione e mi avvicinai a Virginia che pareva addormenta quale una giovane ninfa colta nell’innocenza di un riposo fanciullesco, non fosse che per la sua nudità e il vibratore che a poco a poco usciva spontaneamente emergendo dalla sua fessura mentre schiudeva labbra fradice come petali. Vedevo il suo ventre alzarsi e abbassarsi. Le labbra riarse esalavano mugolii che andavano via via spegnendosi. Per cinque minuti la lasciai in quello stato. Effettuammo ...
... un’altra pausa più lunga in cui la bella Virginia si rimise in sesto rivestendosi col suo negligé dopo aver ripulito con le dita l’inguine intriso di sapida rugiada. Sembrava una Venere estasiata, sfatta dalle battaglie d’Amore col suo Ares guerriero.
“Voglio darle un po’di tregua!” sentenziò Virginia rimettendosi con me sul balcone e indicando il suo basso ventre. L’aria fresca della notte ci accolse lieta. Le grandi ombre nere, rischiarate dalla trapunta stellata, ci protessero. Virginia, sicura di non poter essere vista da nessuno, si spogliò completamente, lasciando scivolare il negligé ai suoi piedi senza un lembo che ne ricoprisse il contatto con la frescura notturna, accendendosi infine una sigaretta. Prese quindi a spazzolarsi i capelli rendendoli lisci e serici. Ampie volute di fumo esalavano dalle sue labbra turgide: pareva come sfinita e lievemente intontita. Il tono della sua voce era comunque carezzevole, dolce e delicatamente passionale. Mi accorsi che mi guardava con occhi di fuoco. Poco dopo iniziò a massaggiarsi i seni con sempre maggior tensione e sempre minor noncurante innocenza. Si trafisse quindi con la spazzola che poco prima ne aveva carezzata l’ampia capigliatura. Rientrammo.
Stavolta Virginia si assise direttamente sul tavolino, spostando il pc sul lenzuolo dove aveva tanto goduto. Si volle donare quale incosciente fanciulla a primi piani da varie angolature. Poi, sedendosi con mollezza sul tavolino, approfondì la spazzola dentro di sé. aprendo in ...