Ricordo di un’estate
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Etero
Autoerotismo
Autore: dolcemaliziosa89, Fonte: RaccontiMilu
... lentezza. La lingua saettava su quelle dita impregnate di nettare che poi si infilava in bocca con malcelato piacere. Era di una bellezza sconvolgente e oscena.
“Ora passiamo a questo. Si chiama rabbit. L’ho ordinato su internet ed è stato il mio primo vibratore. Produce sensazioni fortissime. Vedrai…”. Virginia iniziò quindi a leccarne soavemente la punta che di lì a poco l’avrebbe trafitta, scostandosi pazientemente i capelli che si adagiavano mollemente sull’oggetto di piacere di colore violetto. La sua lingua rosata era un rimando al rosa acceso della sua intimità bagnata che si scuriva però mano a mano che l’eccitazione aumentava. Con un piccolo urlo lo inserì poi nella sua fessura bagnata, già allargata dalle sue esperte falangi. Aggrottò la fronte in segno di lieve dolore. Si adagiò sul divano, puntando i piedi sul tavolino dove era posto il pc che, inesorabile, riprendeva quella follia, e accese lo strumento che, roteando e ronzando, si addentrò in profondità inaudite, prima con difficoltà, poi, mano a mano che i muscoli si rilassavano, con sempre maggior facilità.I sospiri e i mugolii ripresero subito, specie quando la bella iniziò a tormentarsi i capezzoli di entrambi i seni, due globi così robusti e levigati da parere invincibili. Le sensazioni dovevano essere talmente impellenti che prese a sbattersi la punta arrotondata del vibratore contro la cervice uterina non perdendo mai occasione per gemere profusamente. Il bacino fremeva sconnesso, oscenamente ...
... trafitto da quella macchina di godimento. Virginia allargava le gambe a dismisura adagiandosi sempre di più: era talmente bella ed eccitata da lasciare senza parole. Di nuovo chiuse i due bellissimi occhi, che apriva solo di tanto in tanto lucidi di febbrile lussuria. “Sono vicina” mi disse con voce impastata di beatitudine infinita. “Sto per esplodere”. Qualche goccia di sudore le imperlava ora la fronte e il petto prepotente, che, riceveva di tanto in tanto carezze profonde, altre schiaffetti indolori. Vidi che sotto il sesso penetrato da quel vibratore che pareva avere vita propria, si accumulava una gran quantità di umori, i quali, rimestati dallo strumento assumevano una consistenza densa e lattiginosa. La loro fragranza si spandeva lottando con quella del profumo indossato dalla giovane per conquistarsi il predominio sul salotto carico di tensione irreale. A un certo punto, provò a trattenere il manico del vibratore coi piedi in una posa di spettacolare voluttà. Riprendendolo con la mani, Virginia decise che doveva culminare violentemente e immediatamente. Voleva ubriacarsi di piacere. Ne aveva bisogno. Venne una volta. Continuò come ossessionata da se stessa e dalle scosse che le sconvolgevano le pareti uterine. Dimenando i fianchi e cercando disperatamente aria, esplodeva inondando del suo piacere l’asta vibrante che la possedeva. Venne un’altra volta. Non smise. Continuò a stantuffare imperterrita la vagina grondante di cui riuscivo quasi a intuire la temperatura ...