Lussurioso ripensamento
Data: 17/06/2020,
Categorie:
Autoerotismo
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
In questo preciso lasso di tempo sto sperimentando una giornata assai impegnativa, laboriosa e perfino tanto corroborante e rinvigorente dal punto di vista personale, sono indaffaratissima e finanche irrequieta e molto suscettibile, in quanto sono appena ritornata di corsa dal centro commerciale poco distante dalla mia abitazione in collina e sono soltanto all’inizio. Sono al presente affaticata e ampiamente sudaticcia, anche se a dire il vero, un lieto quanto adorabile e delizioso pensiero si riflette nella mia mente, rincuorandomi e rinfrancandomi l’animo per l’evento appena vissuto. Adiacente al parcheggio del centro commerciale c’è infatti un piccolo chiosco con annessa un’edicola, dove un amabile e piacente giovanotto mi squadrava interessato le chiappe, nel tempo in cui collocavo china la spesa all’interno del bagagliaio della mia autovettura. Io l’ho notato in seguito dallo specchietto esterno della mia automobile e gli ho di riflesso gentilmente sorriso. Subito dopo ho spontaneamente aggiustato la gonna opportunamente rivolta verso di lui da dietro, tastandomi per bene i glutei, come per voler sottolineare – vedi che graziosa mercanzia ti sto a scrocco disinteressatamente offrendo? Appena mi sono voltata, l’accalorato e insperato galvanizzato manigoldo individuo, era là che mi squadrava impettito e tronfio come un grullo.
Arrivo sennonché a casa, in ogni caso attualmente mi sento sfibrata e la sfiancante calura s’avverte di netto, introduco frattanto le chiavi ...
... nella serratura, colloco la borsa della spesa sopra una mensola dell’andito. Là dentro. Invero, la temperatura dell’abitazione è fresca e gradevole, giacché essendo a ridosso del giardino con l’ombra degli alberi che ci sono davanti, gli stessi con la loro frescura fungono da climatizzatore naturale. Al presente capto questa ventata incoraggiante e rasserenante del profumo della mia abitazione che m’invoglia a stare a piedi nudi. Da quello che noto la segreteria telefonica non lampeggia, nessun messaggio né chiamata ricevuta, mentre accosto le chiavi sulla lastra di vetro del minuscolo tavolino accanto alla lampada. Mi dirigo in direzione della sala, intanto che osservo l’alto e maestoso salice piangente che ondeggia e poco più avanti il grande albero di tiglio. Dopo m’accomodo sulla seggiola a dondolo che tanto adoro. Attualmente sono accomodata là di sopra e rimugino, mi squadro attorno, la stanza è in perfetta e gradevole penombra. L’ottimale frescura che s’avverte è un’autentica meraviglia, la muscolatura frattanto si rilassa, io mi curvo per sganciare le fibbie dei miei prediletti sandali, in verità piuttosto improbabili e per lo più torreggianti per essere adatti nel compiere acquisti presso il centro commerciale, anche se devo però ammettere e in ultimo sostenere che m’aggrada molto avvertire l’ondeggiare dei fianchi imposti dal portamento rapido e sollecitato, per mezzo di quell’anomala e irregolare andatura. Gradisco a ogni buon conto nel vedermi fluttuare il didietro in ...