La moglie dell’ingegnere – 14. La lezione continua
Data: 13/06/2020,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Tradimenti
Autore: LakeFront, Fonte: RaccontiMilu
Il suo sesso si sgonfia con piccoli sobbalzi mentre, seduto contro la spalliera a gambe aperte e braccia abbandonate, ansima forte cercando di recuperare un ritmo di respirazione più normale. Vado ad accoccolarmi in mezzo a quelle gambe nervose, volgendogli le spalle e appoggiandole al suo torace. Mi chiude in un delicato intreccio di gambe e braccia, e comincia a baciarmi piano il collo.
“Memorabile -sussurra piano- un pompino memorabile… da vera prof…” Me la rido beata… sì, se lo ricorderà per un pezzo. E del resto anche io non lo dimenticherò tanto presto: il primo pompino completo… io, che fino a ieri sera manco sapevo che sapore avesse il sesso di un uomo…
Già, il sapore… rivoli di sperma (ma quanto ne aveva?) mi bagnano mento e gola… una goccia è andata a fermarsi contro l’ostacolo di un capezzolo, altre scivolano nel solco che separa i seni. Le raccolgo tra le dita e le assaggio con attenzione: un sapore dolciastro, un sottofondo leggermente acido, una consistenza densa e appiccicaticcia… si sta pure freddando…insomma, niente di speciale.
Ma ormai ho imparato che il piacere sta tutto nel tirarlo fuori dal suo nascondiglio, nel dettare i modi e i tempi di quella resa zampillante… e nella consapevolezza di saperlo fare con maestria. Mi abbandono contro di lui ridacchiando soddisfatta: “Bravo, sei andato bene… fatti un po’ di ricreazione, poi ricomincia la lezione… e se sei bravo te faccio un altro”
Non dura molto, la ricreazione, perché dopo un po’ le ...
... sue mani cominciano a cercare i miei seni, a scendere alla pancia, ad aprirsi un varco nel mio cespuglietto biondo. Ne ha di energie, il ragazzo Leonardo: ho fatto proprio bene a trovarmelo giovane, l’amante. Mica quel bavoso del collega dell’ingegnere, che due anni fa mi ha tormentato per mesi promettendomi chissà quali meraviglie. Me le immagino, le sue meraviglie… è anche più vecchio dell’ingegnere.
Ma ora basta: qualcosa laggiù, in fondo al nostro incastro, sta cominciando a premere contro il mio fondo schiena e io ho un’idea birichina che mi serpeggia in testa. Voglio vedere la professoressa Elisa all’opera, voglio godere di quello spettacolo che ieri sera, la prima volta che il ragazzo Leonardo è entrato in me, pareva incantarlo: la sottoscritta impegnata a cavalcare un uomo. E voglio un posto in prima fila… niente interferenze: lo specchio che copre una parete della palestrina e la panca fanno proprio al caso mio.
Suona la campanella, la ricreazione è finita: trascino la panca davanti allo specchio e gli ordino di sdraiarcisi sopra a pancia in su, i piedi uniti appoggiati a terra, verso lo specchio. Soggiogato dalla mia decisione ubbidisce: non sa cosa lo aspetta ma si fida, e il rinnovato turgore della sua erezione evidenzia tutta la sua aspettativa.
Volgendogli le spalle, mi metto a gambe larghe sopra di lui, afferro il suo sess… (e basta col linguaggio da educanda) il suo cazzo rigido e lo guido verso l’imboccatura del mio sess… (e basta col linguaggio da ...