1. Volo notturno


    Data: 03/06/2020, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... istante del suo essere profondo e di un’eterna, inconfessata e inespressa domanda. Essere unica con l’energia dell’universo che l’attraversava permeandola era davvero inspiegabile, sentire il passaggio di dimensioni simili alla propria, come una carezza lenta che lascia un po’ del calore delle dita sulla pelle, avvertire il sangue rintronare lontano come il piacere per una libera scelta, rimandato sotto le spinte di un’amante carnalmente paziente e tollerante. Perdere a poco a poco il senso di sé come travolta dall’estremo del piacere, dopo ritornare lentamente nella dimensione di sempre, in quel corpo snello, abbandonato nell’incoscienza e nel sonno, come sempre in seguito risvegliarsi un po’ frastornata e spaesata, scoprendo in ultimo un vago sentore d’umido tra le cosce prima di riprendere il ritmo della quotidianità.
    
    La doccia, i caff&egrave, gli abiti, il trucco, la borsetta e le chiavi, ecco una nuova giornata in ufficio, attenzione, efficienza e un po’ d’allegria se possibile, un’occhiata all’agenda, visto che le interviste avrebbero occupato tutta la mattinata. Lei si era convenientemente chiamata fuori, perché preferiva concentrarsi sul portafoglio dei clienti, i quali avrebbero proposto la nuova campagna, in quanto i soci si sarebbero assicurati il creativo più adatto per il benessere dell’agenzia, perché ne era certa. In tal modo si concentrò sui profili e sobbalzò all’istante quando la segretaria s’affacciò alla porta nel chiamarla: lo avevano trovato. Non che ...
    ... ci fossero stati dei dubbi, una stretta di mano, una chiacchierata per ambientarsi, il solito circuito e infine sarebbe potuto tornare al carteggio dei clienti. La prima occhiata fu innocua, superficiale, però lo sguardo che cattura il suo non lasciava illusioni. Un predatore, ecco che cos’era, altro che creativo, perché decise a quel punto di metterlo alla prova, però si rese conto in fretta che era ciò che quell’uomo desiderava.
    
    Energia pura era l’unica definizione, l’atipica conclusione che le venisse in mente per il modo in cui si muoveva, mentre le mostrava i suoi lavori. Estro, genialità e ingegno, era ciò che risaltava dai progetti che spiegava sul tavolo obliquo. Lui non faceva nulla per attirare l’attenzione, nemmeno un sorriso, eppure l’intensità degli occhi, quella voce misurata e profonda l’incatenava scompigliandola più del corpo longilineo e solido che sfiorandola accidentalmente. Forse era rimasta troppo tempo senza un uomo e questo la rendeva più vulnerabile, ciononostante era certa come di respirare che lui lo avesse già intuito e lo detestava per questo motivo. In quell’istante desiderò improvvisamente di possedere una gonna pantalone, al posto della tunica morbida e sfrangiata che indossava, tuttavia una cosa la poteva fare, dato che s’affrettò per scusarsi mentre si rifugiava in bagno per raccogliersi i capelli. Sarebbe apparsa ridicola, però non aveva scelta, tornò in ufficio soltanto per allontanarsi dal gruppo che stava festeggiando ancora il nuovo ...
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