Le due taccheggiatrici – Capitolo 4 – “Cavalcare a tempo”
Data: 24/05/2020,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... telefono. Osservò il casino che aveva provocato, alzando lo sguardo verso Borio ed aspettandosi una tremenda manifestazione di odio.
E invece lui la fissava stupito, come la fissavano tutti, affascinati dal suo incredibile orgasmo, come se una dea fosse scesa tra loro.
Vitto si alzò dalla sedia su cui era rimasto seduto fino a quel momento e prese da dietro Francesca, appoggiandole una mano su una tetta ed una sull’inguine. Lei sussultò per lo spavento, ma subito si riebbe quando lo riconobbe.
– E tu puttana non vuoi venire? – le domandò, poi con un colpo dell’inguine entrò nel suo retto.
Marianna vide il viso di Francesca illuminarsi con un sorriso, lasciandosi sfuggire un gemito di piacere: finalmente poteva avere del sesso anale. Mentre l’uomo spingeva nelle chiappe della ragazza, la mano tra le gambe cominciò a fare un violento ditalino: due dita iniziarono a fottere la fica della mora, facendone schizzare fuori gocce di sborra che finivano sul pavimento mentre il palmo sfregava sul clitoride e la commensura quasi con rabbia.
Marianna si sedette sulla scrivania, le gambe aperte. Si passò una mano su una ciocca bionda per spostarla dietro un orecchio. – E allora, nessuno di voi ha più voglia di scoparmi? – domandò guardando gli stessi uomini che fino ad un attimo prima avevano abusato della sua fica e della sua bocca.
Sembrarono tutti intimiditi da lei, tranne un marcantonio alto quasi due metri, la pelle olivastra ed un accento strano, da Sud America. ...
... Doveva essere appena entrato perché Marianna non l’aveva notato prima. – Adesso lo vedi un vero cazzo. – promise, quasi minacciò. Diede una gomitata a quello accanto, con due braccia grosse come tronchi d’albero, che doveva essere arrivato con lui. – Uno davanti ed uno dietro, Zardini?
Ma Zardini era concentrato su Francesca. Senza nemmeno spostare lo sguardo dall’amplesso tra la ragazza e Vitto, si limitò a dire, indicandoli: – Io voglio fottere la mora, la troia bionda la lascio tutta a te, Camilo.
E Camilo lo lasciò alla sua decisione, si avvicinò a Marianna, la prese con poca educazione per una spalla e, strattonandola, la gettò letteralmente a pancia in giù sul tavolo, facendola sbottare di dolore quando colpì con le tette contro la formica. Mentre con una mano teneva la testa di Marianna, con l’altra si sbottonò i pantaloni, si abbassò la zip e lasciò cadere i pantaloni. Non portava le mutande, ed un cazzo di dimensioni mostruose spuntò dal suo inguine incurvandosi verso l’alto, puntando come un’arma contro il viso strabiliato ed un filo spaventato di Marianna. L’uomo lo afferrò, le sue dita incapaci di stringerlo completamente; spinse verso di sé la pelle ed una cappella grossa quanto un mandarino emerse. Con l’altra mano prese per i capelli Marianna, strattonandola perché aprisse la bocca.
Confusa dal desiderio di avere dentro di sé quel cazzo e dall’impressione che le sue dimensioni le provocava, fu quasi passiva quando se lo ritrovò tra le labbra e dovette ...