1. Tramonto II


    Data: 21/05/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Akai_, Fonte: xHamster

    ... cercò di sbracciare per divincolarsi ma scoprì che lasciare la presa le faceva ancora più male e rimase aggrappata alle braccia di lui mentre sentiva di essere spostata.
    
    Non capiva più nulla, era appesa alle braccia e veniva spostata così dolorosamente, senza la possibilità di divincolarsi. In un istante la su mente percorse tutti gli scenari, anche i più nefasti, che stupida ad affidarsi così completamente ad un perfetto sconosciuto, moralmente emarginato dalla società ed ora ne pagava le conseguenze. Le mani di lui la stringevano forte e se lei avesse lasciato la presa lui avrebbe stretto ancora di più per tenerla sospesa ed avrebbe sentito tutto il suo peso tirarle il collo, quindi preferiva tenersi aggrappata a lui ed aiutarlo a farsi portare verso il patibolo.
    
    Quando i suoi piedi poggiarono di nuovo a terra non ebbe neanche il tempo di provare a divincolarsi che le parve di cadere, portò le braccia avanti per parere il colpo ma lui l’accompagnava saldamente a terra.
    
    Le liberò la bocca e la vista.
    
    “Sei impazzito?”
    
    Urlò, ma nonostante le parole il suo tono era di chi è spaventato fino alla disperazione. Era sempre nella loro stanza speciale, vicino al mobile, stesa faccia a terra, non lo vedeva, ma lo sentiva su di sé a bloccarla. Le mise un ginocchio tra le scapole e si poggiò con la maggior parte del peso
    
    “Zitta!”
    
    Con la gabbia toracica così compressa non riusciva a respirare, era peggio che soffocare con un bavaglio. Cosa stava succedendo? Era uno ...
    ... dei loro soliti incontri o qualcosa di molto peggio? Con la coda dell’occhio lo vide prendere delle corde, senza molti complimenti le fece scorrere la corda ruvida sui polsi dietro la schiena, più e più volte, fino a legarla saldamente. Solo in quel momento le tolse il ginocchio dalla schiena e finalmente tornò a respirare, era agitata oltre ogni misura e le era mancato così tanto l’ossigeno che i suoi respiri corti e frenetici sembravano soffocarla ancora di più. Nel frattempo lui le aveva legato le caviglie e si era allontanato, lo guardava attraverso i capelli che le si erano appiccicati al sudore del viso, lui con la solita espressione la fissava mentre si sbottonava con calma la camicia fino a rimanere a torso nudo. Prese il capo della corda che pendeva dalla carrucola dal soffitto e si diresse verso di lei.
    
    “No, no…”
    
    provò ad opporsi e persino a rotolare via da lui, ma quando la raggiunse, con un semplice strattone alle caviglie distrusse tutte le sue resistenze ed iniziò a lacrimare silenziosamente, mentre lui univa la nuova corda con quella che già si trovava sulle gambe.
    
    Era così che doveva finire? La sua intera vita, i suoi figli, suo marito, non li avrebbe più rivisti a causa della sua perdizione, per quella sua parte oscura che li avrebbe ricoperti di vergogna e sdegno, una volta che avessero scoperto il motivo per cui era lì. Aveva un groppo in gola, non respirava, piangeva soltanto, disperata ed ormai abbandonata al suo destino.
    
    “No…!”
    
    L’unica cosa ...
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