Acciuffami di nascosto
Data: 30/04/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
Nel ripensarci compostamente e con metodica esuberanza, quest’oggi devo realmente riconoscere e ritenere idonea, che la rappresentazione della femmina soggiogata e in catene alla caviglia, peraltro abbellimento della tua personale tendina, sopravviva perdurando all’unico intento di dispensarti piacere, in verità nel modo in cui più t’aggrada, verosimilmente allorquando te lo auspichi, perché quest’aspetto mi diletta notevolmente, per il fatto che mi eccita in maniera considerevole.
Ebbene sì, certo, la tua assoggettata, incomparabile, irripetibile e preziosa sorgente, fonte continua della tua concupiscente e libidinosa ambizione, del tuo intrinseco, carnale e licenzioso benessere, lei donna infuocata, palpitante e voluttuosa, pronta senz’interruzione nell’esaudire le mire e le smanie del mio padrone, sovente predisposta ad accoglierti, propensa nell’ospitarti dentro di me.
La mia villosa pianta, in altre parole la mia foltissima fica come tu gustosamente la denomini, ha tonalità armoniose e sfumature aggraziate, per il fatto che queste ultime si contrappongono mescolandosi in perfetta armonia spaziando dalla gradazione rossiccia a quella rosea, che fra l’altro risulta peraltro ben incastonata fra quella spessa lanugine, che le dà un contegno incantevole quasi nel volerla volutamente proteggere tutelandola al meglio. Io ambirei perciò affidarmi alle tue idonee e competenti mani, in seguito ti reclamerò correttamente di rallegrarla con i tuoi baci, sfiorandola ...
... prolissamente e con giudizio in modo esperto come sono certa che tu sai compiere.
Mio amabile capolavoro, mia eccellente e garbata opera, io bramo sottomettermi di fronte a te, aspiro armoniosamente vezzeggiarti, desidero pigliare tra le mani il tuo formoso e magniloquente cazzo, voglio succhiartelo tutto deliziosamente e ingordamente, bramo captarlo palpitare agitandosi e in ultimo espandendosi nella mia bocca, eppure non voglio sorseggiare consumandone in definitiva la sua densa candida linfa.
Io m’alzo, mi dispongo sopra di te, il tuo florido e voglioso intemperante cazzo è tra le mie mani, successivamente lo faccio sgusciare nella mia deliziosa fenditura arroventata, fervida e intrisa, la capto avendo bene il sentore che si dilata al suo passaggio, lo brandisce, lo inguaina, in ultima lo modella contenendolo in modo appropriato e confacente, come farebbe una lama calandosi all’interno del suo nel suo astuccio, nel suo naturale fodero, perché lo accoglie ospitandolo con immenso entusiasmo, con bollore e premura, giacché lo irrora del suo sogno, lo impregna costantemente, perché lei brama d’essere riempita del suo sperma, così come una femmina vuole dal suo maschio.
Io desidero farti scalpitare dall’appagamento, farti ribollire dalla beatitudine, io non sono una ragazza, invero sono una donna, bada bene che non sono il bocciolo d’una rosa dalla fragranza mite e piacevole, sono la creatura che ha socchiuso rivelando i suoi segreti, esibendo ed esponendo interamente le tonalità ...