1. Odi et Amo, me miserum


    Data: 19/04/2020, Categorie: Etero Autore: inception, Fonte: EroticiRacconti

    ... spogliato di ogni inibizione, perso nel tuo piacere, ad ammirare le tue dita scorrere sulla tua carne, mi ha fatto sentire una puttana, la tua puttana.
    
    E tu, Bastardo che non sei altro, lo sai.
    
    Mi fermo qualche istante, non voglio godere ancora.
    
    Voglio lo stesso dolore appagante sulla pelle.
    
    Lo stesso infimo dolore che mi hanno donato i tuoi schiaffi, intimandomi un brutale:
    
    «Apri gli occhi».
    
    Lo sai che sono pazza di te, eppure quelle meravigliose calamite mi hanno fatto vergognare. Imbarazzare.
    
    il tuo sguardo è troppo immenso. Tu sei troppo immenso, per poterlo sostenere come esigi.
    
    Ma riesco a portarlo nelle mie più volgari fantasie, come ora, che fradicia di voglia, violo, con esasperante lentezza, l’oggetto dei tuoi più sporchi desideri.
    
    « Ti prego, inculami » . Cos’hai provato sentendomi gemere queste parole?
    
    Ti ho guardato negli occhi in quell’istante.
    
    Tu, su di me. Quel senso di perverso smarrimento, mi ha inchiodato ad essi.
    
    È stato meravigliosamente squallido leggerci il tuo: “no”.
    
    Sei un dannato, stronzo, psicopatico.
    
    Ancora una volta fermo il suono osceno del mio piacere, non voglio godere ancora.
    
    Voglio portarmi a supplicare l’immagine di te, che ho in testa.
    
    Te l’ho già confessato, bramo quelle tre lettere come acqua per gli assetati.
    
    E anche ora ho sete.
    
    Ho sete di te.
    
    Ho la gola arsa dal mio respiro, come quell’ultima mattina.
    
    Affondo in me lentissima, il mio corpo brama l’apice, glielo negheró ...
    ... ancora.
    
    Come tu l’hai fatto a me.
    
    Le tue mani le sento addosso, ovunque. Mi costringono da ore, da giorni.
    
    Mi costringe la tua mano aperta sul collo, maledetto Bastardo, mi tieni inchiodata al letto. Come in quel letto.
    
    Sei un animale, immorale e impietoso. Nessun scrupolo, mentre mi sfiori le labbra con il cazzo, per poi allontanarlo da esse non appena le apro.
    
    Gemo e impreco contro di te, in silenzio, perché?
    
    Lo sai perché. Perché mi fai sentire così vergognosamente laida. Costretta a cercare con la lingua di sfiorarti, pur di saggiare il profumo del tuo cazzo.
    
    Lo sai che lo voglio.
    
    Lo voglio in gola.
    
    Voglio accarezzarlo con la lingua, con le labbra.
    
    Voglio succhiarlo avida e impaziente.
    
    Voglio sentirlo pulsarmi sul palato. Voglio che mi invadi, mi soffochi.
    
    Ansimo forte pensando a quanto ti desidero, mentre sfinisco il mio corpo, portandomi ancora una volta talmente vicino da imprecare, mentre lotto contro il desiderio di deflagrare, in un ostinato orgasmo.
    
    E ancora tu, davanti ai miei occhi.
    
    A sporcarmi le labbra di te. Di quella voglia viscida che ti tradisce.
    
    Spogliata fino all’anima dai tuoi occhi: “non solo lo sguardo languido e perso. O le gote arrossate. O il respiro lievemente accelerato” hai rubato al mio viso, ti ho permesso di vedere il mio essere.
    
    Gemo buttando la testa all’indietro, ripendando a quegli interminabili minuti... sai quant’è difficile scrivere di come mi hai portato a quell’indelebile momento?
    
    Il momento ...