1. Che casino (prologo=


    Data: 14/04/2020, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Incesti Autore: Signor No, Fonte: RaccontiMilu

    ... sia passato mentre ero perso a cercare di ricordare qualcosa di mio cugino e relativa famiglia. Sono sotto shock. «Io… no, figurati. Oddio… Arianna?» La sento ridacchiare. «Sì zio, proprio io. Senti non ti volevo disturbare, se sei impegnato ti richiamo magari domani.» Il mio cervello non connette, ci deve essere qualcosa che mi sta sfuggendo ma non riesco a capire cosa. «No no, figurati, stavo guardando una serie.» «Grande zio! Che cosa?» È così che ci mettiamo a chiacchierare. Io le racconto dei Blinders e lei mi racconta della Casa di Carta (che per altro devo ancora vedere ma ormai me l’ha spoilerata tutta e, ve lo dico, l’assassino è il maggiordomo) e passiamo un’ora così, come se ci conoscessimo da sempre. La verità è che io non ho idea di chi sia sta santa ragazza. Diverse volte accenna al fatto che io abbia o meno una compagna o dei figli. Non le rispondo. Qualcosa non mi torna. «Senti Ari, ma quanto sei cresciuta? Io non ti vedo da quando avevi… non lo so… quattro o cinque anni.» «Un po’. Ho dato la maturità.» «La maturità? Porco mondo! Sei una donna fatta allora!» «Beh, sì, un po’…» La sento titubare. «E tuo padre come sta? Da quando si è trasferito ci siamo completamente persi di vista. E la mamma?» «Oh, lui sta bene. Anche mamma sta bene. Ecco, credo che ti chiami domani.» Questa rivelazione mi lascia perplesso. «E mi hai chiamato per dirmi che mi avrebbe chiamato?» Silenzio. Inizio a pensare che sia caduta la linea. «Pronto?» «Sì, ci sono. Sì beh… ecco… volevo ...
    ... anticiparti io quello che ti dirà lui domani.» Ha cambiato tono di voce, non è più quello allegro e distratto di prima. Ora è tesa e in imbarazzo, lo percepisco chiaramente. Prendo un sorso di birra. «Ok. Devo preoccuparmi? È successo qualcosa di grave?» «No… non è successo niente di grave.» «Pensi di parlare o devo venire lì e cavarti fuori le pinze con le tenaglie?» «Sì, scusa. È che… un po’ mi vergogno…» Sospiro. Cosa sta succedendo? Donne. Che pazienza. «Ragazza mia, o mi dici che c’è che non va o non si conclude niente qua.» «Hai ragione.» Silenzio. Aspetto. La sento respirare a fondo. «Senti zio, scusa se ti sembrerò sfacciata, ma non so come fare a dirtelo.» «Vai. Spara a zero.» Sospira di nuovo. «Zio… puoi ospitarmi?» Gelo. Penso di non aver capito bene. «Cosa?» «Ecco… lo sapevo… non avrei dovuto chiamarti… scusami…» «Frena! Fai un respiro profondo. Dimmi che succede.» «No dai fa nulla, lascia stare…» «Adesso ti fermi, fai un bel respiro profondo e mi spieghi tutto quanto, ok?» «Tanto non cambia, non avrei dovuto chiam…» «La smetti?» la interrompo, «così non concludi nulla. Che succede? Hai litigato con tuo padre? Con tua madre? Qual è il problema?» Ride. Nervosa. «No no… niente di tutto questo. Il fatto è che verrei a fare l’università su da te e il tizio che mi doveva affittare la stanza ha avuto un non so che guaio e non me la può più dare e io non riesco a trovare un altro posto e non so come fare.» Parla tutto d’un fiato, quasi fatico a starle dietro. «L’università ...