Mia madre, la mia amante
Data: 04/04/2020,
Categorie:
Anale
Prime Esperienze
Tabù
Autore: zizzi87, Fonte: xHamster
Sara, mia madre, aveva sedici anni quando io nacqui. Lei, e mio padre frequentavano il liceo quando s’innamorarono e, subito dopo, mi concepirono. Sono trascorsi 20 anni da quel giorno, ed io, visto il successo che ho con le mie coetanee, devo convenire che, grazie a loro, sono un bel ragazzo, palestrato e, cosa non da poco, in regola con gli esami universitari. Mia madre, che adesso ha 36 anni, è una donna affascinante, dal fisico stupendo, e con lo spirito goliardico di una ventenne.
E’ un tipo che non passa inosservato, e gli sguardi che gli uomini le rivolgono, carichi di lussuriose voglie, in un certo senso mi inorgogliscono. Anche i miei amici, infatti, m’accorgo che spesso la guardano con occhi che non lasciano spazi a dubbi. Quando usciamo assieme, spessissimo ci scambiano per fidanzati e noi, divertendoci, lo lasciamo credere.
La nostra vita scorreva felice e senza problemi fino al giorno in cui scoppiò la bomba. In verità, da un po’ di tempo mio padre viaggiava spesso, ed era spesso assente. Quella mattina, scendendo per fare colazione, sentii le loro voci concitate. Stavano litigando in cucina. Poi, sentii mia madre piangere, e la porta della cucina sbattuta violentemente. Mia madre aveva il viso poggiato sul tavolo e piangeva. Mi avvicinai, e stringendosi a me, disse che papà se ne era andato perché da tempo aveva una relazione con un’altra donna di Milano. Provai uno s**tto d’ira, che controllai per non esasperare ancor più il dolore di mia madre. ...
... Sembrava una bambina smarrita, ed i suoi grandi occhioni di cerbiatta mi fissavano con profonda tristezza. Trascorsero due mesi tristi. Mia madre, che prima era solita raccogliere tutte le mie confidenze, frequentare le ragazze ed i miei amici, ospitandoli a volte, si era chiusa in un mutismo che nessuno riusciva a scalfire. Malgrado le fossi ancor più vicino del solito, usciva poco, preferendo stare a casa per leggere un libro.
Finalmente, giunse il giovedì grasso, e la mia comitiva organizzò un ballo in maschera. Rimasi sorpreso nel constatare che Sara - chiamavo così, sin da piccolo, mia madre, col nome di battesimo – acconsentì stranamente, e con entusiasmo, a venire con noi. Era splendida! Si vestì da baiadera, e si truccò in maniera divina che sembrava una principessa araba I suoi occhi splendidi che illuminavano quel viso fresco e bello, erano ancor più esaltati dai suoi lunghi capelli corvini. “Che stronzo – pensai tra me e me – è stato mio padre. Ha abbandonatocosì una donna che altri farebbero salti mortali, pur di averla”. Fu una serata stupenda. Non avevo occhi che per lei, felice di vederla nuovamente tornata a vivere. Tutti i ragazzi e le ragazze la coinvolsero, anche loro contenti del recupero. Mangiammo tante cose buone, e bevemmo tanto, e di tutto. L’euforia aveva raggiunto picchi altissimi e, quando m’accorsi che mia madre non solo non si reggeva più tanto, ma si lasciava stringere più del necessario da chi la iinvitava ballare, decisi di portarla via. ...