-
In vacanza - Cap. 2
Data: 03/04/2020, Categorie: Etero Autore: Nightwriter, Fonte: EroticiRacconti
La mattina della partenza decidemmo di metterci in macchina prima dell’alba, in modo da avere tutto il giorno per poter disfare i bagagli e riposarci. Scesi in strada ad aspettarla e mi sedetti sulla valigia che mi ero portata. Nonostante il buio l’aria era già calda: indossavo un vestito a fiori lungo fino al ginocchio e che lasciava scoperte le braccia; una scollatura a barca conteneva la mia terza di seno e una cintura di cuoio legava il vestito sui fianchi stretti. Le gambe magre e già un po’ abbronzate terminavano in un paio di Superga e i miei capelli biondi mossi erano legati in una coda di cavallo alta sulla nuca. Aspettai qualche minuto poi vidi l’auto di mia cugina imboccare il vialetto di casa mia; caricai le valige e salii in macchina. “Grazie davvero Franci!” Mi salutò lei con tono sincero “Giuro che non passeremo tutta la vacanza in camera!” Aggiunse come a rassicurarmi A sentire quelle parole riaffiorò nella mia mente la fantasia di qualche sera prima e dei leggeri brividi mi percorsero la schiena. “Tranquilla Marti! Presumo che dobbiate pur uscire per mangiare!” Ribattei ridendo e fissandola. Eravamo vestite più o meno simili, cambiava solo il colore del vestito, lei lo aveva verde smeraldo, e la scollatura, la sua ben più profonda, nonostante un seno più piccolo del mio. Chiacchierammo del più e del meno fino a che non ci fermammo davanti a un condominio. Appena tirato il freno a mano dal portone uscì un ragazzo carino, piuttosto magro, con ...
... i capelli castani spettinati e due profondi occhi verdi. Dopo le presentazioni di rito partimmo diretti verso la casa in montagna. Il viaggio fu piuttosto breve e ben prima di metà mattinata parcheggiammo davanti al vialetto della casa del nonno. Superata la porta d’ingresso entrammo subito nel grande salotto open space diviso dalla cucina da un bancone di legno. Un divano con penisola occupava il centro della stanza e alle sue spalle il tavolo da pranzo esattamente sotto le due enormi finestre che si affacciavano sul cortile e sulla stradina che portava al fiume. Dal lato opposto della cucina c’erano due porte che indicavano le due camere: una matrimoniale, subito occupata da Martina e Fabio e una con due letti singoli e un divanetto che poteva essere adibito a letto da una piazza. Entrammo ognuno nella propria camera per disfare i bagagli e la prima cosa che feci fu unire i due letti singoli in modo da avere più spazio durante la notte. Stavo riponendo i miei vestiti nel piccolo armadio quando mia cugina entrò in camera senza bussare. “Noi siamo pronti per andare al fiume, vieni?” Indossava una maglietta lunga fino a metà coscia e delle ciabatte e quando mi vide ancora vestita come durante il viaggio alzò gli occhi al cielo “Dai sbrigati, noi intanto ci avviamo!” e senza aspettare la mia risposta usci dalla camera. Posai i vestiti che avevo ancora in mano e decisi di raggiungerli: mi sfilai il vestito e misi l’unico costume che mi ero portata: un due pezzi ...