Sonia, usata come una troia
Data: 17/02/2020,
Categorie:
Anale
Dominazione / BDSM
Hardcore,
Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster
... bagnarmi almeno tre o quattro volte per superare il punto di non ritorno, ma appena assuefattomi mi rilassi mi lasciai inculare, decisamente lavorava con impegno, aumentò il ritmo prima di venire, sentii uno schizzo caldo in me e me lo spinse in fondo al massimo e lo tenne premuto, sottovoce mugolava di piacere, terminato fui io che venni masturbandomi, schizzando e contorcendomi per quanto godevo.
Tornammo alla casa non prima di esserci rinfres**ti nel fiume, sperando che gli altri non avessero notato la nostra assenza, mi ricomposi per tornare a casa, quella notte non riuscii a dormire tanto era stata l’emozione mi avevano sodomizzato qualsiasi cosa pensassero non mi interessava ero felice.
I pomeriggi della dormiente estate delle campagne mantovane andavano riempite con qualche attività, scarseggiando i soldi bisognava inventarsi qualcosa.
Se non puoi permetterti il campo da tennis ecco che il piazzale del campo di tamburello va benissimo. Era il martedì seguente, primo pomeriggio, sole a picco, caldo incredibile, ma di starsene a casa a poltrire non se ne parlava.
Va bene che eravamo giovani e per non ustionarci con il sole usavamo la mitica crema nivea, ma dopo un ora di batti e ribatti eravamo decisamente cotti, quindi altra decisione, tutti e tre a tuffarsi nel Mincio, sotto la fresca ombra dei pioppi.
Erano forse le due del pomeriggio, tutto il popolo dei bifolchi dormiva al fresco, il solo rumore era del vento tra le foglie e lo sciabordio ...
... dell’acqua, facemmo una bella nuotata e ci lavammo con un pezzo di grezzo sapone da bucato.
Eravamo stesi all’ ombra freschi e profumati, da una sacca appesa alla moto Francesco estrasse dei panini e qualcosa da bere, poi con fare titubante mi fece guardare nella sacca che aveva dall’altro lato della moto, li dove aveva riposto la racchetta e le palle, dentro vi erano i sandali della cugina Liliana un vestito bianco da tennis, naturalmente femminile con gonna a pieghe, una maschera veneziana di quelle a mezzo volto tutta colorata e fortunato lui una macchina fotografica Polaroid a viluppo istantaneo.
Quasi bisbigliando mi disse: “Volevo chiederti se ti faresti fare delle foto un po strane … sono a sviluppo istantaneo se non ti piacciono le stracci subito”, avevo dei dubbi, a quel tempo avevo corpo magro ben strutturato ed atletico, a quell’ora e in quel posto nessuno circolava se non noi tre, “ Ma si dai … però si tu che Marco non ne parlate con nessuno”. Non erano ancora gli anni in cui travestirsi era ben visto.
Vestito mascherato era calzato cercai di esibirmi nelle posizioni più stupide possibili, ma il fogliame i sassi e le ortiche erano fastidiose, anzi rischiavo ad ogni movimento di cadere dalle scarpe.
Dovevamo trovare un teatro di posa migliore, ripartimmo con le moto per le strade di campagna certi che nessuno fosse in vista, cerca e ricerca ecco l’idea il torrione Gonzaga, una torre chiusa al pubblico, ma noi sapevamo come entrare arrampicarci.
Dal alto si ...