1. La potenza di un nome


    Data: 17/11/2019, Categorie: Etero Autore: Frossi, Fonte: EroticiRacconti

    ... giusta.
    
    Salii un giorno in casa sua, sapendo che era sola, per ritirare un libro che mia aveva detto di avere e che mi sarebbe piaciuto leggere. Mi aprì e fu colta di sorpresa ma si riprese subito e andò a cercare il libro mentre io studiavo la situazione. Ora o mai più. Rieccola con il libro in mano, ha la mascherina anti Covid, io no, mi porge il libro e io improvvisamente le alzo il velo e la bacio sulla bocca, non si ritrae, anzi, risponde di gusto facendo cadere l’inutile libro. Non voglio che abbia il tempo per un ripensamento, la giro di scatto perché voglio sentire il suo culo aderire al mio cazzo già in erezione. Ci sta è eccitata e si appoggia sul tavolo vicino, ancor più premendo su ciò che le piace. Allora le abbasso senza indugio la tuta che indossa e che sembra fatta apposta per favorire l’azione, lei gira un po’ la testa e sussurra “dai, ancora”. Sono sovraeccitato, abbasso le mutandine ed eccolo finalmente il suo sederino bello, le sue deliziose natiche! Mi inginocchio, ora l’ho all’altezza della bocca e così lo accarezzo, lo bacio, lo mordo tra i suoi gemiti e ...
    ... sussurri: “sì, così, bello, l’adoro”. Infine, le apro i glutei e penetro con la bocca nelle sue estreme intimità, leccandola, baciandola sulla fica, poi sul buchetto vicino che sussulta voglioso di essere aperto. Non so trattenermi, lo inondo di saliva e lo attacco penetrandolo con un dito, poi con il cazzo senza pietà, senza pietà. Le fa male ma gode anche, poi ad un tratto si stacca, mi vuole in piedi, si inginocchia ed è lei a leccarlo baciarlo per tutta la sua lunghezza soffermandosi poi sul glande ed infine scendendo alle palle. Ecco che ora il mio seme esplode inondandole la bocca, sporcandole il viso, colando giù sul petto che ha voluto scoprirsi per poterlo sentire anche lì, così turgido e “bello”. Proprio così, continua a dirselo a dirmelo a dirglielo: “bello, bello”. È fatta, siamo felicemente esausti, tutti e due distasi sul pavimento mentre ci guardiamo e sorridiamo gioiosamente maliziosamente.
    
    Anna, gioia dei miei lombi, non si presentò più un ‘altra occasione, dopo un po’ ti trasferisti e io sono ancora qui che attendo un’altra tua “omonima” ad eccitare i miei sensi stanchi. 
«12»