Saga familiare 3
Data: 06/10/2019,
Categorie:
Anale
Sesso di Gruppo
Lesbo
Autore: iincest, Fonte: xHamster
Il “vecchio”, come aveva detto l’infermiere, non impiegò molto, a recuperare del tutto le sue energie e le funzioni delle braccia; appena cominciò a essere attivo, naturalmente, prese anche a tampinarmi discretamente, lasciando spesso scorrere lo sguardo sul mio corpo, ostentatamente, davanti a figlio e nipote: addirittura, in qualche caso, faceva aperte e grossolane considerazioni a “tanto ben di dio inutilizzato” riferendosi soprattutto al mio culo. Per fortuna, certi accenni valevano solo per me e per lui, mentre agli altri apparivano frasi incomprensibili, da “vecchio”.
D’altra parte, però, il ricordo di quel cazzo tra le mani e in bocca era troppo vivo ed eccitante: molte volte, quando Antonio mi scopava “istituzionalmente” e rapidamente, mi trovavo a fantasticare su quello che il
“vecchio” avrebbe potuto fare al suo posto: “in fondo, il padre al posto del figlio non è poi così grave” pensavo tra me, quasi a giustificarmi; poi mi assaliva una certa angoscia all’idea dell’i****to che si faceva normalità.
Ma, di fatto, avevo una gran voglia di un cazzo che mi facesse sballare dal piacere; e molto spesso mi ritrovavo con la mano fra le cosce, a spararmi violentissimi ditalini all’idea di quello che avrei provato sotto al “vecchio” Luca; quasi sempre sborravo con una violenza che mi spossava.
Non cercavo, comunque, di creare occasioni per stuzzicarlo: preferivo tenermi in disparte e aspettare gli eventi, respingendo anche la vocina che mi suggeriva che “ogni ...
... lasciata è persa” e che, in fondo, non sottraevo niente a nessuno ma mi concedevo qualcosa che mi dava piacere.
Per un po’ cercai di evitare di andare nella sua stanza, ben sapendo che non avrebbe cercato di tentarmi nel resto della casa, in ambienti aperti a tutti.
Ma, inevitabilmente, dovevo provvedere a piccole incombenze che andavano dal rassettare il letto al fare piccole pulizie; ed ogni volta che entravo nella sua camera ero divisa tra il timore e il desiderio che facesse un gesto o una proposta per fare sesso con lui.
Ma forse anche lui era abbastanza preoccupato di non essere sorpreso dal figlio o dal nipote; e si tenne bene sulle sue, finchè i ritmi della casa prevedevano che qualcuno ci fosse, quando io scendevo da lui.
Ma venne il giorno in cui Antonio e Davide dovettero andare fuori città con la previsione di restare assenti per tutto il giorno: lo sguardo del “vecchio” – quando fu dato l’annuncio – era di quelli che dicevano tutto ed io non seppi se dare retta al timore che aleggiava da qualche parte nella mente o agli umori che mi si accalcavano nel ventre pregustando il piacere.
Uscirono presto, padre e figlio; ed io scesi con la mia corta vestaglietta nella camera di Luca, che Adv
trovai ancora addormentato: senza esitazioni, mi infilai nel letto al suo fianco e mi strinsi contro di lui.
Si svegliò senza sorprendersi e, girandosi su un fianco, mi abbracciò con forza, mi baciò sulla bocca e cominciò a macinare la lingua nella cavità orale: mi ...