1. Cartomanzia - 16a parte - Passeggiata fino a Torre Gropallo


    Data: 03/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: zorrogatto, Fonte: EroticiRacconti

    ... solo il pancino coperto e la paura di essere sorpresa praticamente nuda da qualcuno che passasse di lì, le fece torbidamente salire l’eccitazione alle stelle.
    
    Le dita dell’uomo giocavano con le sue ninfe: le accarezzavano, le separavano, si introducevano per pochi istanti in lei, stuzzicavano il suo bottoncino durissimo, sfioravano il perineo e arrivavano a giocare con la sua rosellina posteriore, spingendole perfino il polpastrello dentro!, martirizzandola piacevolmente e facendola scivolare verso un inaspettato, prossimo orgasmo.
    
    Così bloccata cominciò ad ansimare sempre più forte, muovendo il bacino per cercare le abili dita dell’uomo, con continuava a baciarla ed a stuzzicarle i sensibilissimi capezzoli con l’altra mano.
    
    Era già “rassegnata” a succhiare il bell’arnese dell’uomo, vista la posizione in cui era e già pregustava le sensazioni che quello strano pompino -praticamente in pubblico!- le avrebbe donato, ma lui non fece neanche il più piccolo movimento per farlo uscire dai jeans e continuò a stimolarla ovunque, mandandola letteralmente fuori di testa.
    
    Laura sentiva il piacere arrivare prepotente, inarrestabile, come un treno che fosse entrato nella galleria fuori dalla quale era lei in attesa e… e Vito smise: smise di baciarle la bocca ed il collo delicato, smise di stuzzicarle i seni, smise di toccarla “là sotto”, lasciandola vibrante di voglia, in disperata attesa di esplodere in un orgasmo liberatorio.
    
    Lo guardò con lo sguardo intorbidito ...
    ... dall’eccitazione, ma lui si era rialzato in piedi e la guardava, con una leggera vena di sadico divertimento nello sguardo: «Adesso mi allontano: voglio vedere come farai a convincere qualcuno a liberarti…»
    
    «Ma… ma tesoro, amore, cosa stai dicendo? Come faccio? Sono ammanettata! Dai, liberami subito, ti prego… Dai, liberami o mi metto a urlare!»
    
    Stava scherzando, di sicuro! Era uno scherzo cretino, ma non l’avrebbe sicuramente lasciata lì tutta la notte, in quella scomoda e dolorosa posizione! Figuriamoci!
    
    Vito fece un sorriso cattivo: «Se vuoi, puoi strillare quanto vuoi… tanto qui, senza abitazioni e con il rumore della risacca, chi può sentirti?
    
    Dovrai convincere qualcuno a liberarti… guarda: lascio la chiave delle manette qui, con questo portachiavi… è grosso così lo vedono!» posò un grosso portachiavi giallo limone da barca, di quelli galleggianti, e con attaccala la piccolissima chiave delle manette sulla mattonata, a poco più di un metro da lei, ma comunque fuori dalla sua portata.
    
    Lei lo guardò stupita, scioccata: non osava credere alle sue orecchie! Era convinta di vivere un brutto, stupido sogno: non poteva essere vero!
    
    «Quando sarai riuscita a farti liberare, tornerò a prenderti.
    
    A dopo, cherie!»
    
    Le diede un tenero bacio sulla fronte e poi si allontanò a passo tranquillo dalla parte da cui erano venuti, scomparendo presto dietro una macchia di pitosforo mentre lei, incredula, non riusciva a dire neanche una parola.
    
    Sì, il posto era adatto: aveva ...
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