Racconto di natale - 2, la vendetta di babbo natale
Data: 30/08/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... l’elfo, cercando di divincolarsi – ma cosa sta facendo? Mi lasci… mi lasci…”
Ma quello, con la sinistra gli afferrò le mani, bloccandogliele dietro la schiena e con la destra continuò a schiaffeggiargli il sedere di santa ragione.
“Ahi! Ahi! – gridava il poveretto, tanto più sconvolto perché la punizione gli veniva inflitta alla presenza di Coda di Merluzzo – Mi lasci, la prego, mi lasci… Non c’entro niente…”
“Non c’entri niente? – ansimò Babbo Natale nello sforzo della sculacciata – E i tir noleggiati a tuo nome? Eh, come li spieghi quelli? Eh?”
“Ci dev’essere un equivoco… Ahi! Mi fa male…”
“Te lo do io l’equivoco!”, grugnì il vecchio e con mossa rapida gli afferrò i pantaloni per la cintura e glieli calò sotto le chiappe già rosse, assieme alle mutande.
L’umiliazione di Berretto Verde, sculacciato come un ragazzino, raggiunse il culmine, mentre Babbo Natale riprendeva a colpirlo. Le ceffonate sulle carni rosseggianti producevano un ciaf! ciaf! ciaf! che risuonava per tutta la stanza. L’elfo sussultava ad ogni colpo e cercava di divincolarsi, ma Babbo Natale lo bloccava saldamente.
A quello spettacolo, Coda di Merluzzo sul momento si sentì strizzare il buco del culo; ma poi fu colpito dal lato comico della cosa e gli scappò inevitabilmente un sorrisetto. Per sua sfortuna, proprio in quel momento Babbo Natale si trovò a rivolgere gli occhi verso di lui.
“E tu cos’hai da ridere, cretinetto? – tuonò – ti diverte così tanto?”, e diede uno spintone a ...
... Berretto Verde, rovesciandolo per terra, dove rimase piagnucolante a lisciarsi le natiche in fiamme.
“Vieni qui!”, tuonava intanto Babbo Natale rivolto al giovane elfo.
Come ipnotizzato dallo sguardo terribile del vecchio, Coda di Merluzzo mosse i piedi in avanti, nonostante tutto il suo essere gli urlasse di fuggire. Si avvicinò, scavalcando Berretto Verde tuttora steso a terra, e appena fu a tiro, Babbo Natale lo ghermì per un braccio e se lo trascinò sulle gambe.
“Vediamo se ridi ancora!”, mugugnò, mentre sollevava la mano e un colpo terribile si abbatteva sul culetto del povero Coda di Merluzzo.
“Ahhhhh! – urlò quello, scalciando fuori di sé – No, per favore, no, Capo, mi lasci, non c’entro niente, io.”
“Non c’entri niente, eh? non c’entri niente! – e ciaf! ciaf! con mano implacabile – Se non perdeva tempo con te… o pensi che non sapessi cosa ci facevate nel fienile – e ciaf! ciaf! – razza di pervertiti!”, e con mossa rapida afferrò per la cintura anche i pantaloni di Coda di Merluzzo e glieli strattonò sotto le chiappe.
Invece di riprendere a sculacciarlo, però, Babbo Natale rimase a fissare intento le morbide rotondità, rese ancora più seducenti dal leggero rossore.
“Oh, oh, oh…”, mormorò, allungando la mano a carezzarle con insolita tenerezza.
Sentendosi lisciare le chiappe, Coda di Merluzzo ronfò da vera puttanella e si mosse, facendo in modo, con arte consumata, che la mano di Babbo Natale gli scivolasse nello spacco.
“E questo cos’è?” si disse ...