0,000001%-Atto secondo
Data: 09/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Archie Cooper, Fonte: EroticiRacconti
Dormimmo insieme. Ubriachi lerci. Mi svegliai tardi con il sole che invadeva la stanza. Provai a stuzzicare Pietro, ma lui continuava girarsi dall’altra parte e a rispondere biascicando che voleva dormire. A quel punto mi vennero dei dubbi. Mi chiesi se si vergognasse, se per caso si fosse pentito.
Mi alzai a fare il caffè. Rimasi una mezz’oretta buona in cucina, sperando che lui si presentasse, era quasi mezzogiorno. Decisi di tornare in camera da letto. Lo trovai in lacrime. Lo raggiunsi per cercare di capire, ero preoccupato. Frignava che lei non lo aveva mai amato, che se ne andavano tutte lasciandolo da solo.
‘Ok, sta facendo finta che non sia successo nulla.’ Pensai.
Stava avendo una reazione molto prevedibile, ma io ero di nuovo arrapatissimo e non me ne fregava nulla: il velo di Maya ormai era crollato. Era gay.
Il mio corpo nudo abbracciò il suo per consolarlo e lui scoppiò a piangere più forte. Gli baciai la testa rasata e ne approfittai per accarezzargli il petto peloso. Cosa stavo facendo? Stavo facendo qualcosa contro la sua volontà? Diventai duro, chiusi gli occhi e gli spinsi la testa verso il mio cazzo. Lui oppose resistenza.
“No.” Sibilò.
Lo girai sulla schiena e gli montai sul petto. Gli bloccai i polsi con le mani e le braccia con le ginocchia. Non oppose resistenza. Mi guardava con gli occhi tristi, le guance fradice di lacrime. Leggevo la sua vergogna. Aveva scoperto chi era veramente, gli era piaciuto. Non lo accettava.
La punta ...
... del mio cazzo si strofinava sulle sue labbra. Mi feci strada nella sua bocca inerme e presi a scopargliela. Andavo a fondo, lo sentivo soffocare. Rimaneva lì fermo. Una parte di me voleva fermarsi e chiedergli se andava tutto bene, se preferiva smettere. Ma la carne era impazzita, il mio sogno si era realizzato e la sua bocca era calda e umida ed era bellissimo scoparsela.
Elettrizzato mi misi in ginocchio sul letto.
“Girati” gli dissi fremendo mentre lo voltavo a pancia sotto.
Mi abbassai verso quel culo magnifico.
“Che cosa fai?” mi chiese girando la testa.
Mi ritirai su e gli diedi uno schiaffo. “Devi stare zitto!” e gliene mollai un altro.
Pianse di nuovo e affondò la testa nel cuscino. Io ritornai giù e ammirai il suo culo.
Perfetto. Quella linea di peluria leggera al centro. Quelle natiche sode e lisce. Le toccai. Avevano la consistenza che deve avere il paradiso. Le palpeggiai, le schiaffeggai, lo rifeci con forza perchè volevo lasciargli i segni. Passai la lingua sulla linea di peluria e sentii che smetteva di piangere. Salii su fino all’inizio della schiena. Lentamente. Piano. Una volta, due volte. Tre. Allargai per vedere il suo buco. Chiusi gli occhi e presi a leccare con amore.
Il suo corpo iniziò a scogliersi. Il suo culo veniva incontro alla mia lingua. Sibilava dei ‘sì’ profondi e pieni di piacere. Controllai e gli era pure venuto il cazzo duro. Rimasi con la lingua affondata lì sotto per un tempo che sembrava un’eternità.
Lui sibilava ...