Una ragazza immagine costa meno di una puttana
Data: 26/05/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: frankossido, Fonte: RaccontiMilu
... internet per poter tenere autorevolmente un discorso con un esperto, e, da bravo attore, stava andando alla grande. Parò con Gianni quasi mezz’ora e di tanto in tanto incrociava lo sguardo di Jessica poi, finiti gli argomenti, fu costretto a chiudere la conversazione. -Staccate tra molto qui? -Mah’ mezz’oretta e ce ne andiamo tutti- rispose Gianni. -Allora non è che fareste venir via prima la vostra stupenda valletta? Pensavo di offrirmi di portarla a cena. Gianni probabilmente aveva già inquadrato quel ragazzo, in alcuni momenti aveva notato un po’ di titubanza o ignoranza nei suoi discorsi, capì così che era tutto per Jessica. -Vai pure, qui chiudiamo noi- e salutandolo gli fece l’occhiolino. Umberto si avvicinò alla ragazza e cercando di far notare il più possibile il Rolex cominciò a parlare del più e del meno, di come era stata la giornata, se si sentisse stanca dopo tanto lavoro’ -Senti’ spero di non sembrarti troppo sfacciato ma è da quando sono passato qui davanti che non riesco a toglierti gli occhi di dosso. Ho parlato con il tuo capo e dice che se accetti il mio invito posso portarti a cena, si occupa lui di chiudere tutto. Fare questa proposta era il momento più delicato in assoluto, Umberto sapeva che doveva stregare quella ragazza che faceva dell’apparenza tutto. Umberto però sapeva quando fare delle brevi pause nel discorso, quando mostrare il torace scolpito attraverso il bottone libero della camicia e, soprattutto, come chiudere in bellezza: ...
... -Naturalmente guido io- e con il più bel sorriso di cui fosse capace mostrò le chiavi della macchina facendo ciondolare attentamente quel logo così conosciuto, quel logo che tutti sapevano essere Porsche. Per un habitué della seduzione come lui la risposta di Jessica fu chiara prima che aprisse bocca, fece passare una breve pausa prima di dire di sì ma il respiro affannato si palesava gonfiando e abbassando quei seni che da soli tenevano su quell’indumento nero. Con un gesto di galanteria le offrì la sua mano per scendere dalla pedana, ormai ai suoi occhi era un perfetto gentiluomo ricco di qualità e, soprattutto, soldi. Arrivati alla macchina salirono e Umberto domandò se le andasse bene un posticino romantico che conosceva lui, una cosa di classe che si affacciava su Piazza Vittorio. Jessica rispose che per lei andava bene tutto, un locale consigliato da lui sarebbe stato di sicuro perfetto. Umberto sorrise pensando che ormai ai suoi occhi era un brillante ereditiere che a meno di 30 girava già in Porsche. -Tu sai che sono Jessica’ ma tu invece hai un nome? -Scusami tanto, sono stato un vero cafone a non presentarmi, sono Amedeo. Umberto mentì sul nome perché non aveva intenzione di lasciare tracce, un suo vezzo era però scegliere nomi fasulli sempre ispirati alla casa regnante che negli anni aveva costruito la sua città, Torino. Il ristorante in cui la portò era poco sopra la Gran Madre, poco conosciuto perché era un attico con soli tavolini a lume di candela che dava una vista ...