1. Quel treno per casa


    Data: 22/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: apsweetlover, Fonte: Annunci69

    Ogni tanto i ricordi tornano prepotenti in mente e allora….
    
    Avevo perso il rapido per tornare a casa e mi toccó attendere quello delle 23.15 con santa pazienza. Eravamo in pochissimi e salimmo sui vagoni praticamente occupandone un paio di noi ogni carrozza.
    
    Il treno si mosse ovvio in ritardo e se no che Italia era?
    
    All’ultimo istante un tizio si scapicollò al volo per salire a bordo.
    
    Entró trafelato e il rompicoglioni invece di sedersi nelle altre 25 file vuote si mise accanto a me.
    
    Boh pensai fra un po’ se ne andrà a sedere altrove.
    
    Lo guardai un attimo: classico ragazzo arabo due baffetti appena accennati pantaloni beige larghissimi e camicia bianca un pelo stropicciata. Occhi scuri e labbra sottili ben delineate.
    
    Ci toccavano due ore e mezza di viaggio e questo decise che doveva parlare con me per la monotonia.
    
    Cavolo parlava un italiano da schifo così gli parlai in francese.
    
    Si rilassò e cominciò a sorridere un po’ scemo ma simpatico.
    
    Passò il controllore e a malapena ci chiese il biglietto.
    
    Brahim, si alzò per prenderlo dalla tasca posteriore e non potei non notare un volume strano nella coscia sinistra.
    
    Cazzo pensai questo si porta il panetto di hashish nastrato nella gamba.
    
    Ero in allarme, e pensavo a come uscirne in caso di un controllo.
    
    Invece lui si rese conto che avevo guardato la gamba e risedutosi mi sorrise e cominciò a pulsare il suo cazzo che nella gamba cominciò a sollevarsi ritmato….
    
    Porco giuda altro che ...
    ... panetto quello era un cazzo da cavallo.
    
    Lui sorrideva e pulsava il cazzo ed io ero sorpreso e senza parole.
    
    Da seduto gli arrivava ad almeno due terzi di gamba dall’inguine.
    
    Lo guardai e lui sorridendo mi fece l’occhiolino. Mi guardai in giro alzandomi e risedutomi mi venne voglia di vederglielo quel coso enorme.
    
    Lentamente gli misi la mano sulla coscia opposta e pian piano scivolai verso il pube. Smise di sorridere e mi guardò con gli occhi di chi vuole dolcezza inattesa. Spostai la mano verso il suo cazzo e lo sentii scattare verso l’alto pur nella gamba del pantalone.
    
    Oh madonna che bestia di cazzo deve essere pensai.
    
    Sentivo improvvisa la saliva formarsi in bocca e i freni inibitori azzerati.
    
    Aprii la lampo per vederlo ma non potei tirarlo fuori, era troppo lungo e indurito nella gamba del pantalone.
    
    Al tocco del mio dito sulla base del cazzo mi strinse il braccio e cercò la mia bocca. Mi ritrassi. Non qui gli dissi, vieni con me.
    
    Nell’ultimo vagone dove portavano i sacchi della posta un tempo, avevo messo la bicicletta e sapevo che era vuoto, c’era solo il sedile a parete del postino di un tempo.
    
    Il tempo di chiudere la porta e di spingerlo contro la parete e mi ritrovai la sua lingua calda e umida in bocca. Roteava impazzito e cercava la mia lingua con forza. Risposi al bacio con sapienza mentre mi abbracciava e accarezzava le natiche forsennato. Mentre affondavo la lingua nella sua bocca gli slacciai il pantalone e lo buttai giù. Non aveva gli ...
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