Come una belva
Data: 22/03/2019,
Categorie:
Hardcore,
Dominazione / BDSM
Sesso di Gruppo
Autore: Andy88xy, Fonte: xHamster
... corpo dilaniato, impalato su un tronco di pino. Doveva essere ancora vivo, perché ebbe un fremito e un ciuffo di capelli biondi intrisi di sangue gli ricadde sugli occhi.
In quell’attimo Lisa riprese coscienza, quando si accorse della bestia davanti a lei. La fissò, in un istante di assoluta lucidità: bella sopra ogni cosa, non sembrava neppure completamente reale. Ma non aveva dubbi che, come i desideri e i sogni, potesse piantarsi nella carne e farla sanguinare fin nel profondo. Allargò le braccia e mi mosse verso tutta quella luce.
Restava un unico testimone, che osservava il tramonto.
Quando il sole scomparve, avvertì qualche brivido di freddo. Si rivestì, raccolse la borsa di pelle nera e si incamminò sul sentiero e poi lungo i binari della ferrovia. C’era ancora un po’ di luce quando arrivò alla stazione in tempo per salire sul regionale delle 21.13. Era segnalato un principio di incendio nella boscaglia in prossimità del mare. Il giorno dopo, si seppe che erano stati trovati tre cadaveri carbonizzati, due uomini e una donna, che non vennero mai identificati.
Ada vive sola, ora, in una casa di campagna. Di giorno spesso è nervosa, ma quando viene sera si tranquillizza, nella sua grande casa circondata dalle ombre del bosco.
A chi le chiede se non abbia paura, la notte, a stare da sola risponde, ridendo, che non c’è d’aver paura del buio. Il buio protegge, è un rifugio, ti ci puoi nascondere nell’oscurità: non come la luce del giorno, che sa essere ...
... così spietata, che ti mette a nudo e brucia come una tigre di fuoco.
MIO… PER SEMPRE!
Disteso. Dormi placido, nella luce azzurrina che, dalle fessure della tapparella, filtra in questa alcova, nella tua camera, inondandola dolcemente. Che splendida questa atmosfera… così tremendamente irreale, così densa di sogno, eppure così tremendamente palpitante. L’aria è immobile, solo a tratti pare respirare, contrarsi e dilatarsi, per soffiare con delicatezza l’odore rosso bruno di sesso, passione… della tua pelle bagnata di me. L’aria qui dentro è viva, respira nel sonno di questa calma notte, proprio come te… distesa a riposare dopo ore di passione, foga… dopo ore di te, di me, di nient’altro. Dalla mensola, proprio davanti al letto, indelicati, ci spiano gli occhi vitrei, immobili di quella tua dannata vecchia bambola. L’hai chiamata Emilie, proprio così, senza la Y. Dicevi che quel nome, alla francese, era quello più indicato. Da piccolo l’amavi quella bambola: adoravi quel pezzo di stoffa, eri folle per quel viso di gomma plasticata, per quegli occhi di vetro, quei capelli di nylon lavorato. Non ti ho mai chiesto da dove fosse arrivata, chi te l’avesse donata… ma di una cosa sono assolutamente sicura: muoio dalla gelosia per quella cosa di stoffa, gomma ed ovatta. La odio. La ucciderei. Di lei non mi hai mai parlato, me ne accorgo solo adesso, ma so, lo sento, che in una parte nascosta, forse sopita, del tuo cuore e della tua anima, a quella cosaccia di stoffa sei ancora ...