Cinque – parte 1
Data: 15/03/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Oscar Amoruzzi, Fonte: RaccontiMilu
... tranquillo, so reggere bene, e anche molte cose”. In quel mentre, dopo aver vuotato il suo bicchiere, si alza dalla sedia e mi viene vicino. Io rimango seduto al tavolino, ancora con la bottiglia di birra a mezz’aria, quando lei si piega su di me cercando la mia bocca. Ci baciamo con passione, lingua nella lingua. Ora il suo profumo si stava facendo più intenso e mi recava uno strano senso di eccitamento.
“Vediamo di che pasta sei fatto”. Ilona si staccò da me e mi si mise accovacciata davanti. Poi incominciò a sbottonarmi i jeans e ad aprirmi la zip. Io sentivo che mi si stava gonfiando ad ogni secondo che passava e sapevo che il momento in cui me l’avrebbe tirato fuori sarebbe stato durissimo. Ma Ilona si limitò per il momento a massaggiarmelo piano sotto le mutande, dopo avermi fatto calare tutti i pantaloni alle caviglie. “Mhhh, sento che qui sotto c’è qualcosa di bello duro ed interessante”. Solo ora notai una leggera inflessione nel suo accento, tipica dei Paesi dell’Est. Fissavo con ansia la sua mano che percorreva avanti e indietro la sagoma protuberante del mio membro ancora imprigionato negli slip. Poi socchiusi gli occhi tirando la testa indietro per abbandonarmi alla sua bocca. Sentivo che me l’aveva tirato fuori e lo stava masturbando piano con le sue labbra morbide. Era una bellissima sensazione di delicato calore umido che percorreva avanti e indietro la mia asta. Piano, lentamente. Non potevo resistere alla curiosità, così mi raddrizzai la testa per ...
... godermi meglio la vista di quel fantastico pompino. “Di dove sei? Hai l’accento straniero. Sei russa?” Ilona si staccò per un attimo dal mio glande, per rispondere un veloce e frettoloso: “Mhh, no. Vengo da Romania”. Per poi rituffarsi sul cazzo che teneva saldamente in mano. Tutta la sua attenzione era rivolta a lui in quel momento. Io continuavo a guardarla spompinarmi golosamente, aumentando la mia eccitazione man mano che la sua bocca stuzzicava la sensibilità del mio sesso. Era bellissima in quella pratica erotica che mi aveva sempre fatto impazzire. I suoi neri capelli ogni tanto mi solleticavano il bassoventre, procurandomi strane sensazioni che contribuivano ad accrescere la mia libido. Tradotto: il mio uccello era diventato di marmo, eretto al massimo dentro la sua bocca avida. Lei si accorse subito dello stato che avevo raggiunto e volle complimentarsi con un: “Certo che hai un gran bel pisellone enorme. Quanti saranno? Trenta centimetri?”. E poi di nuovo a introdurselo tra le labbra. Io, pur riconoscendo di essere ben dotato, non ero certo vanitoso. Così ci tenni a correggerla: “Beh, non esageriamo. Mi difendo bene con i miei ventisei abbondanti. Ti piace succhiarmelo, eh? Brava, succhia bene”. La sua bocca sembrava insaziabile. Continuava a martoriarmi il cazzo, leccandolo lungo tutta l’asta per poi finire a succhiare piano la cappella. Lo teneva fermo tra le sue dita, ormai tutto cosparso di saliva e con le vene pulsanti. Ormai mi incominciava addirittura a far male da ...