Quella caduta accidentale
Data: 20/02/2019,
Categorie:
Voyeur
Autore: giusagoma, Fonte: EroticiRacconti
... queste considerazioni e mentre fantasticavo sul seguito di quella situazione, in camera entrò un medico. Un bel ragazzo, giovane forse più di me, che esattamente come me fece scendere lo sguardo sul seno prosperoso della mia milf. Ops, volevo dire mamma. Comincia a farle le classiche domande…. nome, cognome, età, farmaci assunti, eventuali forme allergiche… e nel frattempo i suoi occhi si alternano fra il foglio da compilare e le tettone ben visibili che erano proprio nella stessa direzione, guarda caso che coincidenza, della carpettina che teneva in mano.
Successivamente il dottore andò via. Nel frattempo entrò in sala un altro medico, stavolta più grande, che non diede apparentemente peso all’insolito abbigliamento della mia mamma. Chissà, pensai… o ha una moglie più bella o la mia mamma non gli piace o sa guardarla senza farsi notare. Beh, pazienza, non può mica piacere a tutti, continuai a pensare.
Nel frattempo l’ora di pranzo era passata da un pezzo. Mamma dovendo subire l’operazione non poteva mangiare, ma io e mio padre avevamo un certo languorino. Così ci allontanammo per andare a comprare un panino in una rosticceria adiacente all’ospedale. Mentre mangiavo continuavo a pensare alla mia mamma seminuda. Chissà se adesso c’è qualcuno ai piedi del suo letto che si sta eccitando su quelle areole in trasparenza, pensavo…….. e il mio pisello tendeva ad irrigidirsi.
Dopo aver placato la fame siamo rientrati in ospedale. Mamma, stremata dal dolore, si era ...
... appisolata. La squadrai dalla testa ai piedi. Il camice usato per quella “copertura” improvvisata aveva l’apertura sul davanti e proprio al centro del torace si era creato uno spazio che lasciava uscire una parte del seno compresa mezza areola. Il capezzolo, a fatica, tratteneva il tessuto del camice rimanendo sfortunatamente meno visibile. Mi sedetti ai piedi del letto continuando ad ammirare quello spettacolo e chiedendomi se qualcuno, prima di me, fosse entrato nella stanza trovandola in quello stato. Tenevo stretto fra le mani il mio primo smartphone e mi misi a pensare. “Sono un verme, mi sto eccitando su di mamma mentre lei è qui in ospedale, sofferente. Ma in fondo è solo una banale frattura e fra un mesetto sarà tutto passato. Che male c’è? In fondo quando mi ricapiterà un’altra occasione per ammirarla così? Allora che faccio? Fotografo? Non fotografo?”
Stavo per aprire l’app della fotocamera quando la sua voce mi riportò rapidamente coi piedi per terra: “Avete mangiato qualcosa?”, mi chiese appena svegliatasi. Fu così che mi mangiai le mani per aver tentennato nel fare quello scatto. L’unico che avrebbe immortalato l’areola e il capezzolo della mia mammina. Uno scatto che avrei magari potuto far ammirare a qualche mio amico più intimo. Peccato.
Ma i miei momenti di eccitazione su quel frangente così insolito non erano ancora finiti, anzi… si ripeterono quando arrivò il momento dell’operazione. Mamma continuava ad indossare quel bellissimo camice che creava un magnifico ...