un senso di inquietudine
Data: 16/02/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Sesso di Gruppo
Autore: risoamaro_m, Fonte: RaccontiMilu
... insieme la prossima volta, per questa sera dovevo tornare perché avevo un impegno. Ho rifiutato anche l’invito di un’altra, sicuramente fra tutte la più scatenata delle puttane, perché dentro di me, da qualche tempo ho questo strano senso d’inquietudine, che mi genera un senso d’insoddisfazione, come se mi mancasse qualcosa dentro. Come se tutto quello che ho, e soprattutto, questo giocare con le femmine fosse calato di interesse, quasi diventata una consuetudine, che seppur molto bella, alla fine è diventata quasi ripetitiva. Dentro di me averto forte il desiderio di staccare, di scordarmi le sensazioni per poter ritornare a viverne altre ancora più belle. Piove, mi sembra che sia ancora aumentata di intensità, io rallento perché i fari del mio Cayenne fanno fatica ad illuminare la strada, poi ad un tratto quando esco da una curva illuminano una scena irreale, un’auto uscita di lato finendo contro un albero e dal finestrino del lato guida, un uomo agita le braccia per richiamare la mia attenzione. Mi fermo, con i fari illumino la scena, prendo un piccolo ombrello che ho, e uscendo fuori e vado verso di lui. Immediatamente appena fuori, mi ritrovo completamente bagnato, e quando mi avvicino, l’uomo mi dice che la portiera bloccata, e che non riesce ad aprirla. Appoggio l’ombrello alla spalla tenendolo fermo con la guancia mentre con entrambe le mani mi aggrappo la portiera, e l’azione combinata, io che tiro, e lui che spinge, la fa aprire di colpo. Appena aperta una ...
... raffica di vento mi porta via l’ombrello mentre osservo l’uomo alto e imponente che sta uscendo seguito da uno po’ più basso e più giovane. Ci guardiamo un attimo e io gli indico la mia vettura dove di corsa ci andiamo rifugiare l’interno. ‘Grazie, ci hai salvati da una brutta situazione, l’auto era uscita di strada e non riuscivamo ad aprire le portiere mentre il telefono in questa zona non a campo, grazie ancora, io mi chiamo Claudio, e lui a Luca e se ci dai uno strappo fino a casa che dista solo pochi km che ne saremo immensamente grati.’ MI avvio nella direzione indicata, e dopo pochi minuti parcheggio la mia auto sotto un porticato di una piccola casa colonica perfettamente ristrutturata in un attimo siamo all’interno tutti e tre infreddoliti. L’interno è molto gradevole appena entrati in un ampio salone con un immenso focolare e Claudio sta già provvedendo ad accendere mentre Luca mi dice di seguirlo in un piccolo corridoio che dà accesso ad una camera matrimoniale. ‘Spogliati ed entra nel bagno, fatti una doccia calda, altrimenti ti prendi un malanno mentre io ti vado a prendere un accappatoio pulito, noi faremo la doccia nell’altro bagno.’ Mi tolgo rapidamente i miei vestiti inzuppati in un attimo mi infilò sotto la doccia calda che mi rigenera, mi riscalda e quando esco trovo sul letto un accappatoio non molto lungo mi arriva appena sopra il ginocchio. Raggiungo di nuovo il salone dove Luca che indossa un accappatoio come il mio, sta ancora ravvivando il fuoco che già è ...