Il male che ci piace
Data: 19/02/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: PiccolaPops, Fonte: RaccontiMilu
Cosa pensavo quando ho accettato l’invito? Dovevo essere uscita fuori di testa. Ma quando mi ha proposto di vederci ho accettato. L’avevo presa come una sfida, la sua era una provocazione, lo sentivo dal suo tono beffardo, come se non mi credesse all’altezza della situazione, ma io dovevo dimostrargli che si sbagliava. Mi ero trattenuta fino a quel momento, non potevo dirgli di sì malgrado lo volessi; mi ero ripromessa che non avrei mai tradito e che soprattutto non avrei mai portato un uomo a tradire la sua donna e invece nel giro di pochi minuti sarei andata contro tutto ciò in cui credevo anzi ormai era troppo tardi. Aspettavo che mi passasse a prendere, attendevo pazientemente in questo parcheggio dopo aver raccontato una marea di bugie. Il freddo era pungente, d’altronde era inverno e sotto al cappotto indossavo solo una magliettina bianca molto scollata, speravo non si mettesse di nuovo a piovere perché con i tacchi sarei di sicuro inciampata in qualche pozzanghera. Finalmente un suo messaggio, mi aspetta in fondo al parcheggio, mi avvio allontanandomi dalla gente che attende il treno per raggiungere questo uomo di cui conosco a malapena la faccia. Le domande si fanno sempre di più ad ogni passo, ma quella che mi assilla è una sola, saprò reggere questa situazione? Saprò sottomettermi a lui e rinunciare al mio volere? Salgo sulla macchina e il mio cervello si spegne all’improvviso, sono completamente sotto il suo controllo. Andiamo da lui, prova a farmi delle ...
... domande e io rispondo il meno possibile, ho solo voglia di sentire le sue mani su di me. Lui è lì sul divano che aspetta, sorseggia il suo whisky con un mezzo sorriso, mi fa attendere. Ho paura ad avvicinarmi a lui, non so come possa reagire e rimango contro il tavolo, sotto i suoi occhi che mi scrutano, mi spogliano con lo sguardo e io già sento di essere bagnata, spero di non bagnare anche i leggings neri, mi maledico per non aver indossato anche il reggiseno, di sicuro noterà i miei capezzoli sotto la magliettina bianca. Lui si alza, si avvicina a me e appoggia il bicchiere vuoto al centro del tavolo quadrato. Sento il suo profumo forte, un misto di fumo e alcol, un mix micidiale. Sono inebriata e non mi accorgo che ha preso delle manette, non mi dice nulla, mi fa girare e appoggia il suo petto contro la mia schiena. Sono in trappola, incastrata tra lui e il tavolo. Una mano scivola lungo il corpo spingendomi il culo contro di lui, l’altra mano è vicino al mio polso, mi ha messo un polsino della manetta ed ora risale sul mio petto, passa sul collo e sulla schiena, mi spinge in giù. La mia eccitazione aumenta, un po’ per la posizione assunta, un po’ perché i miei capezzoli nascosti sotto la maglia sentono il freddo del tavolo e si induriscono. Si posiziona tra le mie gambe facendomele aprire un po’ e io spero solo non di non aver macchiato i leggings con la mia eccitazione. Fa un passo indietro e mi toglie i tacchi, un piede alla volta, in questo modo non tocco ...