Nata schiava (I parte)
Data: 23/12/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Asignoluc, Fonte: RaccontiMilu
Mi chiamo Tina, 30 anni, alta 1,77 castana fisico atletico: dicono molto carina e sexy e sono sempre stata affascinata dalla sottomissione sessuale femminile.
Sin dall’età di 15 anni m’imponevo da sola costrizioni e torture che eccitavano la mia fantasia e mi obbligavano ad estenuanti sedute di masturbazione. Con mollette ai capezzoli e sul clitoride, nuda davanti allo specchio, passavo pomeriggi interi a pizzicarmi e accarezzarmi. Dai 16 anni cominciai a depilarmi totalmente il pube ed a non indossare mutandine e reggiseno. Le mie letture s’indirizzavano inevitabilmente sull’argomento dominazione ed ero avida di classici tipo Histoire d’O o De Sade, ma anche semplicemente di immagini e racconti dei vari siti internet sull’argomento.
Cercavo disperatamente di far capire ai primi fidanzatini quali fossero le mie preferenze ma, forse per l’età, questi o non capivano o si spaventavano e sparivano. Io inutilmente allargavo docilmente le gambe e m’immaginavo la più dura delle dominazioni ma loro, i ragazzi, preferivano non capire la mia natura e si accontentavano di scoparmi normalmente.
A 18 anni avevo perso ogni interesse per il sesso maschile, almeno come lo conoscevo, e mi ero rassegnata ad alimentare le mie fantasie in privato.
Fino a quando fui assunta come impiegata da un professionista 40enne che si occupava di consulenze aziendali.
I primi tempi tutto era normale, in ufficio eravamo solo io ed il titolare e quando lui era assente per lavoro, cosa che ...
... succedeva spesso, ero completamente sola e libera di dare sfogo alle mie fantasie. Dopo 4/5 mesi avvenne la svolta che avrebbe cambiato totalmente la mia vita.
Un pomeriggio sorpresi il titolare a sbirciarmi le gambe mentre mi dettava una lettera, le mie gonne erano sempre piuttosto cortine così come altissimi erano i tacchi; lui si accorse che l’avevo sorpreso e imbarazzato mi disse sorridendo “mi scusi… ma è inevitabile… lei ha delle bellissime gambe!” Non so ancora oggi spiegarmi cosa mi prese; forse la speranza di qualcosa di nuovo; fatto sta che, arrossendo, mi sentii rispondere “prego, faccia pure… anzi mi fa piacere” così dicendo sollevai un po’ la gamba che tenevo accavallata sull’altra scoprendo ulteriormente la coscia.
Lui mi guardò in un modo strano, sicuramente stupito, poi dopo un attimo di silenzio disse: “bene… da oggi allora le guarderò le gambe liberamente” e io subito “ne sarei felice”!
Da allora non passava un attimo senza che sentissi il suo sguardo sulle cosce e mi parve anzi che creasse apposta delle occasioni per potermi guardare da vicino: mi chiamava spesso vicino alla sua scrivania con la scusa di mostrarmi della corrispondenza o altro e sempre più spesso mi sfiorava le gambe con le dita, quasi a saggiare le mie reazioni. Incoraggiata da ciò accorciai ancora di più le gonne sino ad arrivare al punto che una mattina mi presentai con una gonnellina nera plissettata, tipo quelle usate nel tennis, talmente corta che mi copriva a stento le natiche ...