Non più
Data: 14/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Mima, Fonte: RaccontiMilu
... minimamente cambiate in quei giorni, anzi, l’idillio cresceva esponenzialmente ogni giorno che passava, lasciando entrambi stremati sulle lenzuola sporche di loro e fu anche per questo che lei non ebbe minimamente il sospetto di non essere l’unica donna del suo amico troppo riservato.
Quel pomeriggio afoso di metà agosto l’aveva costretta a tornare a casa in anticipo, facendole perdere tutta la voglia di passeggiare per la città come le era sempre piaciuto fare e facendole desiderare soltanto una doccia fredda. Arrivata finalmente nell’androne del condominio notò una donna particolarmente bella: i capelli rossi le ricadevano elegantemente sulle spalle e contornavano un viso tondo, addobbato da due splendidi occhi verdi. ‘Cazzo che bella’ pensò Emma mentre si malediva per avere quell’aspetto trasandato, sudata e spettinata. Si mise vicino alla donna ad aspettare l’ascensore e si scambiarono un sorriso che rimase impresso nel cuore della ragazza. ‘A che piano?’ chiese Emma una volta salite. ‘Quarto, grazie’ disse cortesemente lei di rimando. ‘Il mio” pensò la ragazza distrattamente. La donna aveva un leggero profumo di ciliegio che andava spargendosi per il piccolo cubicolo dell’ascensore e portava un vestitino bianco con dei fiori blu che le fasciava un corpo dalle forme sinuose che, unito al portamento, davano di lei un’immagine dolce ed elegante. Emma era come rapita, quel profumo e quell’immagine la stavano inebriando e si riprese soltanto grazie al leggero saltello ...
... dell’ascensore, una volta fermatosi al piano stabilito. La donna scese per prima, riuscendo a regalare ad Emma la visione della sua camminata elegante e sensuale. Le dava un senso di leggerezza, come se camminasse fluttuando, con l’unico rumore dei tacchi rossi a provare il suo essere di questo mondo. La ragazza era ancora assorta nella contemplazione di quella camminata, quando notò la donna entrare nell’appartamento vicino al suo. ‘Sarà una parente’ pensò in un primo momento, entrando in casa senza dar peso all’avvenimento. ‘Dovrò chiedergli di presentarmela’ disse ridendo. Eppure una voce dentro di sé non la smetteva di ricordarle che fosse impossibile la teoria della parentela, in quanto sapeva benissimo che lui non avesse nessuno. Scacciò quel pensiero, spogliandosi e gettandosi in doccia, accendendo l’acqua gelata per distrarsi. Ripensò alla donna, cercando di darsi piacere, riportando alla mente i dettagli che più l’avevano rapita, ma invano. Era gelosa. Gelosa perché pensava di essere l’unica, di avere qualcosa di suo, quante volte glielo aveva fatto ripetere durante il sesso che fosse sua! , e invece no, era una fra le tante, una che non poteva minimamente competere con una donna di tal bellezza come quella dell’ascensore. ‘Non mi deve niente’ tentò di convincersi ‘la nostra era una relazione senza obblighi’. Ma mentre lo ripeteva sempre meno convinta, aveva già preso le chiavi di lui e si era avviata verso la porta. Entrò senza fare rumore, togliendosi le scarpe ...