1. il viaggio del non ritorno. Pagina 1


    Data: 12/12/2018, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Lordchristopher, Fonte: RaccontiMilu

    Acquistai abbastanza spesa per garantirmi qualche minuto di permanenza in cassa, e mentre lei faceva scorrere gli oggetti le parlai a voce calma ma ben scandita: Ho una proposta da farti, che sicuramente riterrai impresentabile, ma io tra qualche giorno devo recarmi a Bucarest due giorni per lavoro, ti va di venire? è tutto spesato, capisco che sia alquanto insolito poiché non ci conosciamo, non so come finirà questo eventuale percorso ma co che non accadrà mai più di tornare sconosciuti per ripetere questa esperienza: possiamo fare un viaggio al buio solo una volta, solo ora. Non rispondere ora, pensaci. Quella donna dai capelli e occhi nerissimi, sotto la quarantina di anni , all’incirca quindi mia coetanea, lievemente giunonica, dai lineamenti meridionali, al momento del resto, mi guardò come sempre e aggiunse “vengo”.
    
    Non avevo nemmeno il suo numero, eppure eravamo ormai così vincolati da un gioco inconfessabile, non riuscivo a pensare ad altro, una fibrillazione poco gestibile, passavo le ore in ufficio ma altrove con la mente.
    
    Tornai da lei dopo due giorni, le dissi di acquistare il biglietto aereo, indicai il numero di volo e la data, non potevo farlo io perché occorreva indicare il nome e cognome e io non avevo intenzione di saperlo. Annuì, un impercettibile sorriso di complicità, aggiunsi il luogo dove ci saremmo trovati al mezzodì del giorno fissato per raggiungere con la mia auto l’aeroporto.
    
    Non so se avete mai fatto un viaggio con ...
    ... un interessante sconosciuto, immaginarlo forse porterà la vostra fantasia a un concetto stile film, vi verrà qualche ipotetico flashback di qualche secondo. Se non avete provato non potete comprendere a pieno cosa significhi.
    
    Salì in auto, un “ciao” reciproco, e partimmo. Un’ora di viaggio verso l’aeroporto di Bologna dove qualsiasi dialogo inappropriato avrebbe compromesso il pathos. Non potevamo chiederci nulla di personale, domandarsi se avevamo fratelli o dove abitavamo già avrebbe spezzato quell’alone di mistero. Il contorno avrebbe solo reso più banale e prevedibile il viaggio. Pertanto commentammo i colori che ci attorniavano, quelli della stagione invernale di marzo. Dibattevamo sul fatto che saremmo arrivati in centro a Bucarest la sera e avremmo dovuto cercare un posto dove cenare. Da una breve ricerca web sul telefono, fatta durante l’attesa dell’imbarco scegliemmo in anticipo il locale, “Caru cu bere”, un imponente storico ristopub in legno pregno di colori, tradizioni e usanze romene. Tutto proseguiva improvvisato al momento, focalizzati sul tema, vivere quel viaggio, senza nemmeno accennare che la notte sarebbe prima o poi scesa e avremmo condiviso la stessa camera.
    
    Scelgo di scrivere questo racconto, che cita una esperienza realmente accaduta, in più pagine, quotidianamente, cercando di risultare leggero.Il sito sembra più indicato a racconti con esito integrato ma il mio modo di esporre mi impone di redigerlo sotto forma di miniserie. 
«1»