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IL 18° (2)
Data: 15/02/2018, Categorie: Tabù Autore: alis4blacks, Fonte: xHamster
All’inizio gli studenti pensano ai fuochi d’artificio. Lucas ride e le dice di andare fuori a vederli ma lei sa che non è così. Alejandra conosce il rumore delle armi. Altri scoppi, vetri infranti, porte abbattute e il rumore nitido degli spari. Ora gli studenti urlano e corrono, un ragazzo davanti a loro viene colpito e cade. - Dobbiamo andarcene da qui - grida Lucas e scappa correndo seguendo il flusso del panico in fuga abbandonandola nella calca. Anche lei adesso corre e apre una finestra e si lascia cadere di sotto sperando il salto non sia troppo alto. Cade in un giardino e striscia verso una siepe mentre qualcosa di viscido e in movimento le sfiora il viso e scoppiare il cuore nette tempie mentre si accuccia e ripete "Stai tranquilla, andrà tutto bene " La polizia lancia i lacrimogeni nelle aule costringendo gli studenti ad uscire. Alcuni provano a scappare mentre i fari delle camionette li inseguono e setacciano la notte in cerca di chiunque non indossi la mimetica della polizia brasiliana. Alejandra sente i passi ma non alza la testa e si fa ancora più piccolo nell’abbraccio distaccato di quella terra fredda e dura. -Alzati troia - dice il poliziotto strattonandola in piedi per un gomito. Attorno a loro altri uomini della milizia perlustrando il cortile afferrando i ragazzi, pestandoli e caricandoli a calci a bordo dei cellulari. Il poliziotto le dà un ceffone senza motivo e la spintona verso una macchina. - Dove la portiamo? ...
... - Chiede quello alla guida - Dove si portano i rifiuti? - risponde l’altro. - Mentre la macchina parte comincia a piovere e una goccia colpisce il vetro del finestrino contro cui Alejandra preme il viso. La goccia scivola giù e lei l’asciuga come una lacrima sulla guancia. Quando l’auto si ferma non sa dove si trova e nemmeno che ora sia. Vorrebbe telefonare a casa e dire che è tutto ok. Vorrebbe avere una vera casa. A cui tornare. E sente di dovere pisciare tanto che le fa male la vescica. Una puzza di urina, merda, sudore e paura riempie la stanza in cui l’hanno portata. Tra questo e l’oscurità Alejandra non ha bisogno di chiudere gli occhi per vedere i film che le passano nel cervello mentre lotta per non piangere e si costringe a respirare con calma. Tempo. Che non passa mai. Tempo. Per pensare e che permette ai pensieri neri di farsi strada nella sua mente che non vuole pensare ma solo spegnersi. Tempo. Quello che si chiede le resta perchè è solo un rifiuto in una cella di sicurezza della polizia brasiliana. - Uno dei miei ragazzi ti ha riconosciuta - la voce arriva da dietro la luce che le è esplosa in faccia.:- sei la figlia di Ariela Barajos la puttana. Puttana a tua volta. Risate rauche di altri voci dietro quella luce che la costringe a tenere gli occhi bassi e la fa sentire meno di niente Alejandra non risponde _ Non importa - continua la voce - a questa domanda però, puttana , ti consiglio di rispondere … - ...