1. Tale figlio, tale padre.


    Data: 10/02/2018, Categorie: Etero Autore: PurpleLady, Fonte: RaccontiMilu

    Amid stava rientrando a casa quando di sfuggita mi vede in giardino, intenta ad annaffiare le mie piante, e mi saluta. “Buongiorno signora Valeria.” Amid abita nella casa vicina alla mia. Si è trasferito in Italia dal Sudan con suo padre qualche anno fa, il resto della famiglia, la madre ed una sorella, è perito nella guerra civile che imperversa nel loro paese. Amid Ha appena concluso il primo anno di università. Un bravo studente che è uscito dalla maturità con il massimo dei voti. Suo padre, Sallah, si sta spaccando la schiena al lavoro tutte le notti per dare la possibilità al figlio di completare gli studi. “Buongiorno Amid.” Gli rispondo cortesemente. “Come vanno gli studi?” “Gli studi vanno bene, almeno quelli vanno bene…” Mi dice un po’ triste. “Qualcosa non va?” Gli chiedo incuriosita. “Ah, qualche problema con la mia ragazza. La sua famiglia le ha fatto storie…” “Perchè sei di colore?” Chiedo. “No, no… perchè sono musulmano.” “Capisco… cioè, capisco che l’integrazione religiosa sia ancora un grosso ostacolo per alcune famiglie italiane.” “Beh, diciamo che anche mio padre non era molto felice all’idea che frequentassi una ragazza cristiana.” “Io penso che se c’è l’amore, la razza o la religione siano questioni di poco conto.” “Magari tutti la pensassero come lei…” “Entra, che ti offro qualcosa da bere, così mi racconti un po’ come vanno le cose.” “Grazie, se non disturbo…” “Non disturbi. Mi fa piacere avere un po’ di compagnia. Spesso passo intere giornate da sola ...
    ... che alla fine mi metto a parlare con i miei fiori.” “Dicono che crescano meglio.” “In effetti sono stupendi… che sia perchè parlo troppo?” Gli dico ridendo.
    
    I minuti trascorrono discorrendo di varie cose finchè Amid se ne esce con questa frase: “Signora Valeria, ma lo sa che è veramente piacevole parlare con lei… e devo dire che è anche una bella donna!” “Grazie Amid… potrei essere tua madre.” Uscita infelice, visto che la sua l’ha persa quando era ancora un bambino. Lo vedo rabbuiarsi dopo quello che ho detto. Mi siedo accanto a lui, cerco di scusarmi come posso per le mie parole. “Non fa niente signora Valeria.” Mentre lo dice la sua mano si posa sulla mia coscia, coperta a metà dalla gonnellina che indosso. Un brivido mi percorre il corpo. Sono parecchi mesi che un uomo non mi tocca. Dopo il divorzio, cinque anni fa, ho avuto un paio di storie ma è da più di un anno che non frequento nessuno. Amid, incitato dalla mia non-reazione, si fa più audace e la sua mano di sposta sotto la mia maglietta, sento le sue dita scivolare lungo il mio addome, verso il mio seno non protetto dal reggiseno. A casa non lo indosso quasi mai La sua mano lo afferra e lo stringe delicatamente. Resto immobile, attonita per quello che gli sto lasciando fare. “Ha delle tette stupende, quelle della mia ragazza non sono così grosse e sode.” Non rispondo. Non so cosa rispondere. Anche l’altra mano si infila sotto la mia maglia. Con un colpo secco la sollevano e mostrano il mio seno nudo al giovane ...
«1234...»