Soldatessa
Data: 08/10/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Autore: angela27, Fonte: RaccontiMilu
Mi chiamo Angela ho 27 anni , è la prima volta che scrivo quindi scusatemi a prescindere, sono alta 1,70 castana e snella. sono una soldatessa, e mi trovo in una base militare di un paese del medioriente, io sono soldatessa e, sapete, le comodità non ci sono scarseggiano, e, non ci sono tutti i confort che ci sono a casa, me ne accorgo dopo circa un mese che sto la, me ne mancano ancora tre e già vedo che comunque non esistono striscia depilatorie e cose simili, quindi dove possibile con la lametta mi depilo le gambe, le ascelle, ma no il pube, poi io sono abituata a stare sempre tutta depilata anche la sotto. Lo smalto non esiste infatti me ne accorgo dalle unghie dei miei piedi smaltate nere al momento della partenza dall’Italia e che ormai dopo un mese lo smalto è rovinato sta andando via, senza contare la ricrescita dei peli pubici e comunque anche il fatto che non faccio sesso da un mese, ma resisto. Arriva il secondo mese, nella base non ci siamo solo noi ma pure altri eserciti, e io non è che parli bene l’inglese, riesco a comunicare a malapena anche se molti soldati stranieri sono sempre pieni di sorrisi e cercano di attaccare bottone. La sera non si puo fare tardi anche perché non è che quello sia un posto di divertimento, ci sta un bar al bancone ci sta un ragazzo sui 40 con la barba e di origine kosovara, un civile, e quella sera mi trovo a bere poco prima dell’ora di chiusura, insieme a me nel bar ci sono tre soldati albanesi che cercano ...
... di parlare con me, a dire il vero un po in inglese, un po in italiano riusciamo a capirci. E’ la classica sera come tutte le altre, calda e umida, siamo tutti visivamente sudati, quando il barista dice che deve chiudere ma di non preoccuparci che ci fa stare dentro. Una volta chiusi dentro anche lui si siede al tavolo dove erano gli altri 3 albanesi e io invece ero su un divano proprio attaccato a questo tavolo e iniziamo a parlare fino che un paio di loro si siedono ai miei lati. Beviamo ancora superalcolici, e tra un bicchiere, una parola e una risata, inizio a sentire due mani sulle mie cosce, io naturalmente ero in divisa, composta dalla giacca, la maglietta e il pantalone. Non gli dico niente, avrei potuto ma quella situazione un po mi eccitava, forse perché ero comunque due mesi lontana dall’Italia e dalla mia vita normale, forse perché ero stufa dei ditalini, mi lamento dico che fa caldo e mi tolgo la giacca, loro erano già senza giacca tolta appena aveva chiuso il bar. In quel contesto, iniziano a farfugliare parole in albanese e ridono tra di loro, mentre da dietro mi sento baciare il collo e l’orecchio. Io avevo i capelli raccolti, in divisa bisogna tenerli cosi, ma me li sento sciogliere proprio mentre le mani sulle mie gambe salgono, mi sento toccare il seno dalla maglietta sempre da quello che era dietro di me, e ad un tratto il quarto uomo, mi slaccia la cinta dei pantaloni e inizia a sbottonarmeli, quello seduto alla mia destra che doveva essere quello col grado ...