1. Le mie calde allieve - capitolo 4


    Data: 01/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Giangi57, Fonte: Annunci69

    ... abbassai i pantaloni sino alle ginocchia.
    
    « No! No! Devo tornare a casa!».
    
    «Non preoccuparti! Non durerà più del solito!
    
    Lasciami fare... Vedrai che ti piacerà!».
    
    Mi spalmai la mano di vaselina e gliela infilai nel culo per lubrificarle l'ano. Le dita entrarono senza fatica. Era una pacchia! Me le pulii sulle sue candide chiappe che allargai per mirare bene. Quindi infilai la verga in quel buchetto violaceo.
    
    Samira cercava di guardare, continuava a girare la testa e io con la mano sinistra la schiacciavo sul
    
    materasso morbido.
    
    «Che cosa fai, Gianni? No, sei pazzo!». Senza rispondere appoggiai il glande turgido contro il buco ma mi scivolò di lato.
    
    «Non muoverti cosi! Non riesco a infilartelo!».
    
    «No! Ahi, fa male!».
    
    La immobilizzai serrandole la vita con entrambe le mani. L'uccello duro come pietra non ebbe bisogno, questa volta, di essere guidato per trovare la strada giusta.
    
    « Su, rilassati, altrimenti sentirai male!».
    
    Approfittando di un suo momento di decontrazione infilai il glande nell'ano ben lubrificato.
    
    «Ah, come brucia, Gianni! Mi fa male!»
    
    Senza mollare la presa mi bloccai per rassicurar la e calmarla.
    
    «Un po' di pazienza, cara! Vedrai che ti piacerà! Te lo prometto. Devi solo fare un piccolo sforzo!».Ero proprio io quello buono per dare simili rassicurazioni, io che non sopportavo neppure un termometro nell'ano!
    
    Continuando a tenerla bloccata con forza guardavo la mia verga infilarsi in quel pertugio. Me la sentivo ...
    ... calda in punta. Samira emetteva gemiti soffocati, ma acuti. Se non avessi avuto paura che qualcuno fuori potesse sentire, avrei provato in quel momento un piacere diabolico.
    
    « Fa' la brava, mia bambinona! Ti ci abituerai! Ti piacerà!», balbettavo come un automa perché, in realtà, mi eccitava l'idea che provasse un bruciore tanto insopportabile.
    
    Il grosso tubo di carne rigida penetrò in lei. Il più era fatto! Cominciai a pomparla delicatamente
    
    mentre lei tentava di liberarsi. Ma io la padroneggiavo impietosamente. Le premevo con forza la nuca, la sentivo soffocare nella gommapiuma, ma ora non gridava più. Nel giro di pochi minuti si rilassò leggermente e la mia morsa a poco poco divenne un abbraccio amoroso. Le mammelle di Samira mi stavano, pesanti, nel palmo delle mani. Lei ricominciò a lamentarsi ma ormai il mio uccello era ben piantato in culo. Le afferrai poi i glutei e presi a scuoterla tutta. Lei si azzitti, subendo la mia legge, la mia forza. La verga andava su e giù per quell'ano accogliente, La estraevo inondata di umori e gliela rificcavo dentro con forza ancor maggiore.
    
    «Porco! Cattivo! Mi fai male! Non ti amo più!».
    
    Era un giuoco da parte sua? Quella vocetta falsamente puerile e un po' sciocca... L'importante, comunque, era che si lasciasse inculare sino in fondo e che io potessi fare una sborrata monumentale!
    
    Quando avvertii che stavo per eiaculare presi a sferrare dei violenti colpi di cazzo, che lei si prese
    
    senza lamentarsi. Mi trovai a ...