1. Il fumo, la bottiglia


    Data: 27/06/2024, Categorie: Sentimentali Autore: Dora, Fonte: EroticiRacconti

    Il fumo si muove sinuoso, levita nella stanza chiusa, si contorce come un serpente. Sembra quasi un enorme corpo di donna, denso e morbido, umido e avvolgente. Esce dalle nostre bocche e aleggia sopra il tavolo, pochi secondi e poi scompare, lascia il posto a forme sempre nuove.
    
    E noi restiamo lì, storditi e seduti scomposti, con gli occhi ridotti a fessure, ad alternare quel silenzio di fumo alle risate immotivate.
    
    Sul tavolo una natura morta di bicchieri, briciole di tabacco e fiorellini verdi. Una bottiglia di vino vuota se ne sta lì, dritta come un fuso e ormai inservibile, sconsolata più della bottiglia di plastica accartocciata, più dei pezzi di carta strappati e bruciacchiati per divertimento con l’accendino. Ormai ha perso il senso della sua esistenza, il liquido che la rendeva viva gli è stato strappato, bicchiere dopo bicchiere, in una lenta agonia.
    
    Il cugino della mia amica continua a dirmi che devo trovarmi un ragazzo. Io continuo a dirgli che non funziona così. Almeno non per me. Non posso andare dal primo che mi sembra abbastanza attraente, guardarlo negli occhi e chiedergli “Scopiamo?”. Sarebbe un comportamento molesto e vagamente inquietante, no, proprio non funziona così.
    
    Non vorrei mai essere come la bottiglia di vino, svuotata, cucchiaino dopo cucchiaino, e abbandonata. Magari non su un tavolo, magari su un letto o sul pavimento di un bagno, sporco e freddo. Ma che differenza fa, non me lo merito.
    
    Io sono come la donna di fumo, ho un corpo ...
    ... denso e morbido e avvolgente, talvolta umido. E ancora, proprio come lei sono anche sfuggente e inafferrabile. Ho paura che se mi mostrassi allo stato solido qualcuno mi pianterebbe degli spilli addosso, facendomi sanguinare fino a prosciugarmi.
    
    È per questo che non posso trovarmi un ragazzo qualsiasi, ho bisogno di qualcuno abbastanza paziente da soffiare sul mio corpo, così da crearlo costantemente e continuare a vederlo. Sublimarmi.
    
    Ad uno così potrei mostrarmi davvero, con la pelle pallida e le labbra fatte di lacrime di vino e gli occhi fatti di malinconia di lago.
    
    Farmi abbracciare stretta e sentire i miei seni schiacciati sul suo petto, strusciare i capezzoli sulla sua pelle.
    
    Potremmo guardare il fumo uscire dalle bocche di entrambi, languidamente adagiati fra grovigli di lenzuola. E mentre il torpore ci avvolge toccarci fra le cosce, con lentezza esasperante, perché si sa il tempo del fumo dei fiori verdi scorre piano piano, a passetti, senza bisogno di correre.
    
    Mi scioglierei tra le tue mani, potresti dire a tutti di avermi reso solida e poi liquida.
    
    Avvicineresti le mani bagnate di me al mio viso e io con devozione succhierei ogni dito, come per ripulire le pietre più preziose mai ritrovate sotto la sabbia del deserto.
    
    Infine ti oscillerei addosso al ritmo della mia musica, della mia voce, tenuta salda dalla stretta delle tue mani sui fianchi.
    
    Eppure sono già le tre, dovrei dormire ma sono appena rientrata a casa.
    
    Con le mutandine alle ...
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