IL VASO DI PANDORA
Data: 24/06/2024,
Categorie:
Poesia
Racconti Erotici,
Gay / Bisex
Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu
Il capo t’appoggio alla tacca clavicolare. È dura, come tutto in te. Ti ho ben provato!
Ho coartato un po’ la tua volontà sforzandola, ma neanche molto, ad essere quello che sei…, e che non credevi di essere. Facile il seguito, naturale conseguenza della nostra vicinanza. Ti ho toccato,…sì ho dovuto muovermi io!
Me l’hai concesso, forse con una nota di disprezzo o era solo timore di riscontrare quello che, in fondo, ha dimostrato di essere la tua vera natura. Quale? Eguale alla mia! Gli stessi sentimenti ci agitano; entrambi sappiamo dove andiamo, quel che ci concediamo.
Con calma, estrema calma, ho circuito il tuo essere, con estrema dolcezza, naturale sapienza, ho demolito le tue certezze, quel che il mondo aveva costruito intorno plasmandoti con retrivi stereotipi che avevi accettato supinamente, senza porti il problema… quel problema risolto sotto i tuoi occhi stupiti.
Ho scartato il pacchetto, l’ho girato dai vari punti di vista e, poi, sviscerato com’era, nudo alla vista di tutti l’ho infiocchettato; e tu hai apprezzato! Finalmente, caduta la benda che ti fasciava il viso hai saputo scegliere, apprezzare la nuova visione.
E, ora, condividi le nostre speranze, condividi le ansie di sapere, coronato d’Amore, il nostro sentimento; non sempre puro, non sempre etereo, fatto di sforzi di volontà per accettarci, per sentirci uniti nel carnale consenso che macera i nostri corpi e rende liberi i nostri spiriti, più simili a Dei.
Tu, quindi, accarezzi il mio ...
... collo, mi sollevi il mento e con dolcezza poni il suggello delle tue labbra sulle mie, mentre sprofondo nell’inferno del desiderio. Mi accarezzi la schiena e scendi lungo il dorso, contando le vertebre ad una ad una. Rabbrividisce, sferzato, il mio corpo indifeso; m’immergo nel tuo petto
che turgidi capezzoli erge, come umboni sullo scudo, guizzanti di muscoli. Mi stringo al tuo seno possente che, pronto, si spalanca ad accogliermi, mentre mani, le Tue mani, raggiungono i reni, i miei reni, sfiorando, leggere, i lombi, innescando la lieta tortura dell’attesa
che mi torce, cercando lo spasmo del piacere più acuto. Voglio il possesso! E subito mi palpi i glutei, li serri, come fossero tuoi, li batti, li schiaffeggi, li spremi come arance succose; poi li schiudi, li dilati come baccelli da sgusciare per giungere al frutto, per gustarne il sapore, insinui prima l’indice, poi l’accompagna il medio. Che gusto concedi alla povera carne che duramente provi!
Ansimi, ansimo! Gli occhi iniettati di quel sacro furore, mi rivolti; sconvolto ti porgo le povere chiappe tremanti che aspettano il deciso colpo, preciso… nel cuore. Amore non tarda… e giunge il momento in cui rosa si fa il panorama; l’astro si leva e la notte si scalda, dall’indaco, al rosa al pervinca diventa,
esplode nell’intima unione, due corpi suggella, un’anima sola, un ultimo fine comune che percorre lo scuro, interminabile, lungo tunnel che pure troppo breve sarà nel ricordo che torna e martella le tempie, che ...