1. La costellazione dell' unicorno


    Data: 15/06/2024, Categorie: Sentimentali Autore: Samael, Fonte: EroticiRacconti

    La nota positiva di avere avuto un padre come il suo era che aveva imparato presto a fregarsene dei giudizi degli altri.
    
    Simone era praticamente cresciuto sentendosi sempre e costantemente in difetto per qualcosa: troppo egoista, troppo menefreghista, troppo arrogante, troppo stronzo… non c’era giudizio che qualcuno potesse rivolgergli che già non avesse sentito, elaborato e rispedito al mittente.
    
    Ferirlo od offenderlo con parole era un’impresa difficile, qualcuno ancora ci riusciva ma era un “merito” che andava solo a chi amava.
    
    La verità è che lui conosceva così bene se stesso da poter fare un elenco oggettivo di pregi e difetti, e aveva preso la consapevolezza che non avrebbe provato a sembrare diverso da com’era, sarebbe stato troppo faticoso… perché aveva capito che chi ti ama lo fa anche per i difetti e chi ti odia lo farà anche per i tuoi pregi.
    
    “Migliore di ieri ma sempre e solo me stesso” il suo piccolo mantra utile per ogni occasione.
    
    Lo ripeté mentalmente quando mise il primo piede a quell’evento.
    
    Lo avrebbe evitato volentieri, ma per quelle duecento persone che non poteva sopportare ce n’era una per cui valeva la pena d’essere lì.
    
    Se quella era la sola occasione in cui avrebbe potuto vederla allora avrebbe anche partecipato ad un party con Lucifero in persona.
    
    La grande sala settecentesca del castello in cui si stava volgendo il gala sembrava colma di ipocrisie, buonismi stucchevoli e opportunismi da quattro soldi.
    
    Persone che si ...
    ... erano parlate alle spalle per mesi ora scambiavano brindisi e sorrisi.
    
    Sembravano tutti così bisognosi d’attenzioni da dimenticare l’amor proprio.
    
    “È in eventi come questi che si concludono gli accordi migliori” avrebbe detto suo padre. Lui era il re dell’ipocrisia e dell’opportunismo: disposto a dire tutto e il contrario di tutto per averne un tornaconto.
    
    Però non aveva torto, essere un animale sociale è anche questo. È andare in posti dove non si vuole andare, parlare con persone che non si vorrebbe incontrare e sorridere a battute penose.
    
    Alcuni lo chiamano quieto vivere, o meglio… lo chiamano così per giustificarsi, per rendere più accettabile a se stessi buona parte del teatrino delle falsità che si stanno costruendo intorno.
    
    Fermo davanti ad una vetrata a parlare con alcune donne, vide un suo collega: Enrico. Anche se non poteva sentire di cosa stessero parlando, era sicuro che lui stesse facendo sfoggio di cultura con le interlocutrici.
    
    Aveva ben poco da spartire con Enrico. Già dire che fossero conoscenti era un’esagerazione.
    
    Guardandosi intorno, cercò il bar più vicino. Senza nemmeno una goccia di alcool in corpo non avrebbe potuto sopportare i tre quarti dei presenti.
    
    Nell’attesa che il barman arrivasse a servirlo diede un occhio alla bottigliera, e vedendo il Vermouth Cocchi sentì la voglia impellente di un Manhattan.
    
    E mentre il suo veleno era in preparazione, notò quanto quella musica moderna fosse dissonante, sparata ad alto volume in un ...
«1234...»